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SVIZZERA

Mandato negoziale sui dazi Usa, c'è anche l'ok della Commissione degli Stati

La decisione arriva con un sì unanime (e due astenuti) dopo le spiegazioni di Parmelin e Budliger Artieda. «Ma non verranno diffusi dettagli», conferma Carlo Sommaruga.
Depositphotos (gints.ivuskans)
Fonte Ats
Mandato negoziale sui dazi Usa, c'è anche l'ok della Commissione degli Stati
La decisione arriva con un sì unanime (e due astenuti) dopo le spiegazioni di Parmelin e Budliger Artieda. «Ma non verranno diffusi dettagli», conferma Carlo Sommaruga.

BERNA - Dopo la Commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N) ieri, oggi è stato il turno di quella omologa degli Stati (CPE-S) ad approvare - con 10 voti favorevoli, nessun contrario e due astenuti - il mandato negoziale tra Svizzera e Stati Uniti in vista di un accordo giuridicamente vincolante sui dazi.

La decisione, ha spiegato il presidente della commissione Carlo Sommaruga (PS/GE) alla stampa di Palazzo federale, è stata presa dopo aver sentito il consigliere federale Guy Parmelin e la segretaria di Stato dell'economia Helene Budliger Artieda.

Il ginevrino ha poi detto che la commissione non intende divulgare i dettagli del mandato negoziale poiché ciò «indebolirebbe la posizione negoziale della Svizzera». Questa decisione non vuole però essere una critica alla CPE-N (che ieri aveva fornito maggiori dettagli, ndr.): «è il nostro modo di lavorare, abbiamo sempre fatto così», ha detto Sommaruga.

Il presidente ha inoltre chiarito che, qualora nel corso dei negoziati emergessero nuovi temi non previsti dal mandato negoziale, le commissioni della politica estera dovranno non solo essere informate, ma anche consultate.

Quanto ai ventilati investimenti per 200 miliardi di franchi negli Stati Uniti, Sommaruga ha spiegato che la questione è stata discussa approfonditamente e che il Consiglio federale ha ribadito come, nella dichiarazione d'intenti, la Svizzera non abbia assunto alcun impegno.

Ieri il consigliere nazionale Laurent Wehrli (PLR/VD), membro della CPE-N, aveva dichiarato che un eventuale investimento di 200 miliardi di franchi negli Stati Uniti avverrebbe esclusivamente a titolo privato.

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