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SVIZZERAIl "terrorista" di Palazzo federale soffriva di problemi psichici

29.04.23 - 14:53
Il Ministero pubblico della confederazione ha archiviato il caso che aveva portato all'evacuazione generale dello stabile
Depositphotos (Arsty.)
Fonte ATS ANS
Il "terrorista" di Palazzo federale soffriva di problemi psichici
Il Ministero pubblico della confederazione ha archiviato il caso che aveva portato all'evacuazione generale dello stabile

BERNA - Non un terrorista né un estremista, ma una persona con problemi psichici che in realtà non rappresentava alcun pericolo: è stato archiviato il procedimento penale nei confronti del vallesano che lo scorso 14 febbraio aveva cercato di entrare a Palazzo federale in tenuta da combattimento, facendo scattare anche l'allarme per la presenza di esplosivi e provocando l'evacuazione generale dello stabile con un intervento in grande stile della polizia.

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha deciso per il non luogo a procedere lo scorso 4 aprile: la notizia pubblicata dal Blick è stata confermata dalla stessa procura federale. Stando alla ricostruzione della testata zurighese le trascrizioni degli interrogatori mostrano che l'uomo - poi affidato a una casa di cura - voleva chiedere alla consigliera federale Viola Amherd se poteva entrare nell'esercito, da cui era stato escluso per motivi mentali. Voleva in tal modo proteggere la Svizzera, perché preoccupato dal tema Ucraina.

Il personale di sicurezza aveva effettuato un controllo sull'uomo e il test sugli esplosivi aveva dato esito positivo. Visto che l'individuo aveva con sé anche la chiave di un'auto gli agenti aveano sospettato che una vettura potesse saltare in aria. Palazzo federale era stato quindi evacuato.

Tuttavia né la perquisizione dell'auto né la successiva visita al domicilio del sospettato avevano rivelato alcuna prova che l'uomo fosse in possesso di esplosivi o che agisse con intenti criminali. Anche un secondo tampone per esplosivi, effettuato il giorno seguente, aveva dato esito negativo. Il sospettato aveva dichiarato di non essere mai entrato in contatto con gli esplosivi: a suo avviso le tracce ravvisate potevano provenire dai vestiti militari che aveva acquistato di seconda mano.

Il giovane non dovrà affrontare ulteriori conseguenze legali. Sempre stando al Blick gli saranno restituiti gli oggetti sequestrati durante la perquisizione domiciliare, tra cui un arpione e un arco con frecce: il primo acquistato per la pesca subacquea durante le vacanze, il secondo per avere un hobby. Le spese del procedimento vanno a carico dell'erario federale: il sospettato riceve inoltre un risarcimento di 2387 franchi e 200 franchi a titolo di indennizzo per torto morale.

Come noto l'evacuazione non era avvenuta senza problemi: non tutte le persone che si trovavano nell'edificio erano state condotte all'aperto. Erano state avanzate critiche e il Consiglio federale ha quindi nel frattempo annunciato che farà analizzare la gestione delle emergenze di tal tipo. «Il giovane confuso aveva voluto arruolarsi nell'esercito per contribuire alla sicurezza della Svizzera: ora ha almeno contribuito ad aumentare la sicurezza di Palazzo federale», chiude il Blick.

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