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BERNAAgli svizzeri non piace l'usato

02.03.23 - 13:36
Lo dice un sondaggio pubblicato oggi dal Politecnico federale di Zurigo
Foto Deposit
Fonte ATS
Agli svizzeri non piace l'usato
Lo dice un sondaggio pubblicato oggi dal Politecnico federale di Zurigo

BERNA - La maggior parte degli svizzeri sono favorevoli a un'economia circolare, in cui le materie prime vengono utilizzate in modo efficiente e sfruttate il più a lungo possibile. Tuttavia, stando a un'indagine, nel nostro paese sono poche le persone che contribuiscono personalmente a sostegno di questo tipo di consumo e stile di vita.

Secondo un sondaggio pubblicato oggi dal Politecnico federale di Zurigo (ETH), condotto in collaborazione con l'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM), e al quale hanno preso parte più di 6'000 persone, solo un'esigua fetta della popolazione sarebbe effettivamente disposta ad acquistare prodotti usati o di seconda mano. «C'è una chiara discrepanza tra principi fondamentali ed un comportamento pratico» ha dichiarato il professore dell'ETH Thomas Bernauer, che ha diretto lo studio, citato in una nota.

In Svizzera, una grande quantità di vestiti di seconda mano viene acquistata nelle botteghe dell'usato, ma altri oggetti o elettrodomestici come aspirapolvere, smartphone o lavatrici vengono raramente comprati se già usati precedentemente da qualcun altro. Stando allo studio, tendenzialmente la popolazione non è incline al riciclaggio e non sarebbe disposta a condividere, riparare, noleggiare o prestare i propri beni ad altre persone, anche se si trattasse di oggetti la cui manutenzione non implicherebbe un grande sforzo.

Tuttavia, secondo lo studio, nonostante la scarsa disponibilità alla condivisione, la maggioranza della popolazione ritiene comunque che un'economia più circolare potrebbe giovare alla Svizzera. Gli intervistati affermano che la fabbricazione di prodotti durevoli nel tempo e costruiti con materiali riciclati renderebbe il nostro paese più competitivo sul piano globale nonché meno dipendente da importazioni di energia e materie prime, senza comunque gravare sul mercato del lavoro.
 
 

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