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ITALIAChiesti 16 anni per il rapitore della modella britannica Chloe Ayling. «Come nel mio film»

11.06.18 - 11:28
La donna era stata addormentata e sequestrata, l'uomo ha sempre sostenuto che lei fosse d'accordo: «Ero innamorato, chiedo scusa»
Keystone
Chiesti 16 anni per il rapitore della modella britannica Chloe Ayling. «Come nel mio film»
La donna era stata addormentata e sequestrata, l'uomo ha sempre sostenuto che lei fosse d'accordo: «Ero innamorato, chiedo scusa»

MILANO - l pubblico ministero (pm) di Milano Paolo Storari ha chiesto una condanna a 16 anni e 8 mesi di carcere per L. H., polacco di Birmingham arrestato nel luglio 2017 per il sequestro della modella inglese Chloe Ayling che avrebbe messo in atto col fratello M. K. H., arrestato in Inghilterra e che sarà presto estradato.

La modella, tenuta segregata tra l'11 e il 17 luglio prima in un appartamento a Milano e poi in una baita isolata in provincia di Torino, venne minacciata di essere messa all'asta e venduta sul deep web prima di essere rilasciata, dopo una richiesta al suo manager e ai suoi familiari di un riscatto prima di 300'000 e poi di 50'000 dollari (280'000 e 47'000 franchi al cambio attuale).

Il pm ha sottolineato che la modella «poteva morire» se semplicemente fosse stata allergica alla ketamina con cui è stata addormentata. Lo stesso pm, però, ha chiesto di concedere all'imputato l'attenuante della lieve entità del fatto (le pene per il sequestro arrivano fino a 30 anni). Il polacco ha ribadito oggi davanti alla Corte d'assise che lei era d'accordo con lui e voleva «una scandalo per fare soldi».

L. H., infatti, all'inizio dell'udienza (per oggi è prevista la sentenza) ha voluto rendere ancora dichiarazioni spontanee dopo l'interrogatorio delle scorse udienze nel quale, in sostanza, aveva accusato la ragazza inglese di aver organizzato tutto con lui per avere soldi e popolarità.

«Era evidente - ha sostenuto - che lei aveva bisogno di un aiuto, perché era senza soldi, io ero diventato suo amico e ne ero innamorato, ho fatto di tutto per aiutarla, tutto lo scandalo internazionale che ne è derivato è servito solo per farla diventare famosa». E ancora: «Spero che mi ringrazierà e ripagherà il mio sentimento».

Il polacco, poi, però, si è anche scusato con lei: «Se si è sentita costretta a parole, mi dispiace molto, ma le cose non sono andate come lei dice». La modella, infatti, in più verbali in incidente probatorio ha parlato del sequestro ai suoi danni.

Per il pm Storari la versione di Chloe è «più che riscontrata dagli elementi probatori», tanto che per fare solo un esempio agli atti c'è un messaggio di L. H. al fratello nel quale gli dice di «pulire bene il bagagliaio per non fare trovare i capelli di lei» alla polizia.

Il pm ha anche spiegato di aver «fatto fatica a capire» perché L. H. abbia messo in atto un'azione del genere, la sua prima, e perché sul deep web si facesse passare come «un sicario, un mercenario, un consulente della Fbi», la polizia federale statunitense.

Ed è giunto alla conclusione che l'uomo abbia un «disturbo narcisistico della personalità». Lo stesso pm aveva anche chiesto ai giudici una perizia psichiatrica (negata dalla Corte) e oggi ha messo in luce come l'uomo abbia portato in aula «la sua terza versione (prima accusò dei fantomatici romeni, ndr)», stavolta anche «scusandosi» con la modella.

Ad ogni modo, per l'accusa, gli va concessa l'attenuante della lieve entità del fatto per tre elementi: le modalità del sequestro non eccessivamente violente; il fatto che alla fine l'ha liberata anche senza alcun riscatto; le «condizioni soggettive» dell'imputato. 

Un film ispiratore - La "storia molto fantasiosa" del sequestro della modella inglese Chloe Ayling, avvenuto nel luglio dello scorso anno a Milano, potrebbe essere stata "ispirata da un film" uscito poche settimane prima, By Any Means, che racconta «proprio la vicenda di una modella rapita dal suo agente per renderla famosa». Lo ha affermato l'avvocato Katia Kolakowska, legale di L. H., imputato per il rapimento, e la quale ha raccontato che lo scorso febbraio lo stesso regista del film le ha scritto segnalandole che la pellicola potrebbe aver ispirato la modella.

Il difensore, infatti, ha chiesto alla Corte d'Assise di assolvere L. H. «perché il fatto non sussiste, perché si sarebbe trattato solo di un sequestro simulato e la ragazza era d'accordo, tanto che avrebbe avuto più volte la possibilità di scappare e non l'ha fatto».

Lei, ha concluso il legale, «è l'unica persona che si è avvantaggiata da questo sequestro, la sua carriera si è impennata e ha come fidanzato ora un facoltoso imprenditore».

Nel primo pomeriggio arriverà la sentenza.

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