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ZURIGO/ LUGANOLa frustrazione di un ticinese: «Sfrattati da 12 appartamenti per lasciare spazio agli ucraini»

28.02.23 - 08:32
I casi di Seegräben e Windish non sono isolati. La vicenda di Giona Conti, studente partito da Lugano, e dei suoi "compagni di palazzo".
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La frustrazione di un ticinese: «Sfrattati da 12 appartamenti per lasciare spazio agli ucraini»
I casi di Seegräben e Windish non sono isolati. La vicenda di Giona Conti, studente partito da Lugano, e dei suoi "compagni di palazzo".

Sfrattato dopo 15 anni per lasciare il posto a rifugiati. Ha fatto discutere il caso di un abitante di Seegräben, nel canton Zurigo. L'uomo però è in "buona compagnia". A Windisch, nel canton Argovia, c'è stato uno sfratto collettivo di 49 persone per lo stesso motivo. Spunta anche la vicenda del ticinese Giona Conti, 20 anni, partito da Lugano per andare a studiare archeologia sulle rive della Limmat. «Ci ho messo oltre 4 mesi a trovare appartamento a Zurigo – sottolinea –. Io e il mio coinquilino ci eravamo appena stabilizzati. Poi a ottobre arriva la mail firmata dalla Città e dal proprietario della palazzina in cui abitavamo».

«Non l'abbiamo presa bene» – Uno stabile in zona Stadelhofen che comprende 12 appartamenti. Tutti erano affittati a studenti. «Ebbene, gli studenti che abitavano lì dentro sono stati tutti sfrattati. Per lasciare spazio a profughi ucraini. Personalmente sono favorevole all’accoglienza di persone fuggite dalla guerra, ci mancherebbe. Ma non puoi buttare fuori così dei ragazzi svizzeri che già hanno fatto fatica a trovare una sistemazione. Non l’abbiamo presa per niente bene. Non è così semplice trovare un appartamento a prezzi abbordabili a Zurigo».    

Tante richieste – E pensare che Lionel Walter, portavoce dell’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati, in merito allo sfratto di Seegräben aveva parlato di caso deplorevole, ma isolato. D’altra parte va ricordato come la situazione degli alloggi per rifugiati in alcune regioni della Svizzera sia molto critica a causa delle tante richieste legate a persone scappate dal conflitto in corso tra Russia e Ucraina. 

«Non abbiamo avuto possibilità di replica» – Nel frattempo il 20enne luganese è comunque riuscito ad avere una nuova sistemazione. «E questo grazie a un’associazione esterna all’università che aiuta gli studenti a reperire appartamenti che non costino troppo. La delusione però rimane. E mi pongo anche domande sulle modalità con cui ci è stata fatta la comunicazione. Eravamo in quell'appartamento da poche settimane. All’improvviso arriva una decisione del genere e non hai possibilità di replica, te ne devi andare. Possibile che non ci fossero altre soluzioni? Non lo posso negare: l'amarezza è veramente tanta».

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