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FAIDODopo lo choc psicologico: «Ora voltiamo pagina»

16.10.18 - 06:00
A due anni dall’inaugurazione del tunnel di AlpTransit, Roland David, sindaco del comune leventinese, non si piange addosso: «Valle penalizzata? Giochiamoci le nostre carte»
Keystone
Dopo lo choc psicologico: «Ora voltiamo pagina»
A due anni dall’inaugurazione del tunnel di AlpTransit, Roland David, sindaco del comune leventinese, non si piange addosso: «Valle penalizzata? Giochiamoci le nostre carte»

FAIDO – «Sì, inizialmente abbiamo subito un contraccolpo psicologico non da poco. Ma adesso stiamo già reagendo». Roland David, sindaco del Comune di Faido, non ci sta a fare del vittimismo. La data del primo giugno 2016, con l’apertura del tunnel di AlpTransit che da Pollegio porta a Erstfeld ha effettivamente segnato uno spartiacque per la regione leventinese, ritrovatasi a non essere più una tappa obbligatoria per l’enorme massa di persone che ogni giorno transitano da nord a sud (e viceversa) su ferrovia. «Non vogliamo piangerci addosso – puntualizza David –. È davvero arrivato il momento di voltare pagina».

La maggior parte della gente che viaggia in treno ora usa il tunnel di AlpTransit e non “vi vede” più. Come ci si sente?

Per noi è qualcosa di inedito. Negli ultimi 100 anni, questo “pubblico” ci arrivava per inerzia. Non eravamo più abituati a dovere pensare a come attirare la gente in valle.

Le FFS hanno comunque creato un treno panoramico. È una sorta di operazione nostalgia. Come vi sembra?

In realtà non è che i treni “normali” siano spariti. Anzi. Continuiamo a essere serviti con regolarità dal punto di vista ferroviario. E per il prossimo decennio, visti i contratti con le FFS, continueremo a beneficiare di questo privilegio. Dovremo, però, sapercelo meritare. E fare in modo che la gente torni a usarli questi treni.

Perché dovrebbe usarli, se dall’altra parte la linea è più veloce?

Per venire a visitarci. La Leventina ha ancora tanto da offrire. Sia dal profilo naturalistico, sia da quello culturale. Qui si sono svolte vicende che hanno fatto la storia della Svizzera. Senza contare tutte le nostre chiese romaniche, le vecchie mulattiere storiche. Abbiamo deciso di aderire all’iniziativa del “più lungo museo del mondo”. Si creerà una grande escalation di opportunità turistiche sulla tratta tra Milano e Lucerna. Possiamo avere un ruolo da protagonisti.

A un certo punto la Leventina era in corsa per ospitare il museo di storia naturale. Poi il Cantone ha optato per Locarno. Quanto vi pesa oggi quella scelta?

Ci siamo rimasti ovviamente molto male. Noi avremmo avuto davvero bisogno di quel museo. Ci contavamo tanto, per potere rilanciare l’intera regione. Ormai la decisione è presa da tempo. Inutile tornarci sopra. Dobbiamo arrangiarci con quello che abbiamo a disposizione. E non è poco. Possiamo essere attrattivi anche come luogo in cui abitare. Giochiamoci le nostre carte.

Perché una persona dovrebbe scegliere di abitare in Leventina?

Perché è una realtà in cui si vive ancora in comunità relativamente piccole, con contatti umani. Allo stesso tempo, abbiamo tutti i servizi primari di cui una famiglia può necessitare. E soprattutto abbiamo i collegamenti diretti con l’esterno. C’è l’autostrada. E c’è la ferrovia, appunto. Senza contare la natura, e la possibilità di praticare un’infinità di attività sportive in ogni periodo dell’anno.

A proposito di sport, in Leventina c’è pure l’Hockey Club Ambrì-Piotta. Quanto vi sta aiutando in questo momento particolare?

L’Ambrì è un patrimonio sportivo, economico e sociale. Fa parlare di noi nel resto della Svizzera. Tanta gente arriva in Leventina per seguire gli avversari dei biancoblu. Non lo dobbiamo mai dimenticare.  

La vostra è da decenni una terra di cantieri. Con la chiusura del cantiere di Pollegio vi ritrovate, dopo una vita, senza un cantiere grosso in valle. Economicamente vi pesa? Molti operai dormivano e consumavano in valle…  

In una valle stretta come la Leventina, essere senza cantieri non è per forza un male. Soprattutto se si pensa alla qualità di vita. Detto ciò, all’orizzonte si profilano i cantieri per il doppio tunnel del Gottardo e per l’impianto idroelettrico del Ritom. Non va dimenticato il cantiere, appena iniziato in bassa valle, per la realizzazione dell’area multifunzionale di controllo e di sosta degli autocarri. Non resteremo a lungo senza operai nei dintorni.

Lei è sindaco del Comune di Faido, nato dalla fusione dei 12 Comuni della Media Leventina. Più a sud ci sono altri quattro Comuni. Più a nord, altri cinque…

È chiaro che con un processo di aggregazione, sia a nord, sia a sud, già completato, saremmo molto più forti e riusciremmo a “vendere” meglio la nostra regione. Sarà musica del futuro.

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COMMENTI
 

Gus 5 anni fa su tio
Il primo responsabile della difficile situazione è il Coansiglio di Stato che sembra fregarsene della Valle. Avesse la stessa attenzione per la Leventina come ce l'ha per il Luganese (miliardi e miliardi mandati giù direttamente o indirettamente), tutto sarebbe risolto. Le aggregazioni sono inoltre state l'inizio della fine per alcune interessanti realtà (Chironico, Mairengo, ecc)

falcodellarupe 5 anni fa su tio
bravo Sindaco, così si ragiona se si vuole bene al proprio paese, di opportunità ne avete, il territorio è splendido e ben si adatta ad un turismo di qualità, se posso permettermi un consiglio è quello di non adagiarsi su strutture di accoglienza e di svago di bassa lega, avete sentieri, alpeggi, montagne, architetture religiose e storiche di altissimo livello, il treno panoramico è un'incentivo importante e un lancio a livello mediatico, di tutte queste peculiarità non potrebbe che incrementare il valore turistico e anche ricettivo di tutto il territorio. Credo che il "museo più lungo ecc.ecc" sia un' occasione da non perdere, se opportunamente reclamizzata, anche sotto il profilo dei prodotti gastronomici. Sarà un impegno lungo ma darà sicuramente frutti rigogliosi, la gente oggi vuole il bello, il buono e il naturale, voi avete tutto questo. Auguri!
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