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SOCIALNella casella della posta, fino a cento email di odio al giorno

03.01.23 - 14:22
Sanija Ameti, co-presidente di Operazione Libero, è stata attaccata per le sue attività politiche. Su Twitter denuncia
Urs Power
Sanija Ameti
Sanija Ameti
Nella casella della posta, fino a cento email di odio al giorno
Sanija Ameti, co-presidente di Operazione Libero, è stata attaccata per le sue attività politiche. Su Twitter denuncia

ZURIGO - «Sii grata o vai via». «Smettila di interferire con la nostra politica». Sono solo alcuni dei messaggi di odio che la copresidente del movimento politico Operation Libero riceve ogni giorno. Sanija Ameti racconta a volte riceve anche più di cento email di questo tipo nell'arco di 24 ore e che alcuni autori sarebbero anche passibili di denuncia. Ma Ameti ha deciso per un approccio più politico alla questione e ha cominciato a pubblicare sui suoi social i messaggi che riceve.

«Non mi interessa denunciare le persone. Voglio dare uno spaccato della vita quotidiana di una politica con un passato migratorio». In particolare Ameti, che lotta insieme al movimento di cui fa parte contro populismo e isolazionismo, vuole porre l'accento sulla «svalutazione delle donne, soprattutto se straniere. Perché è sistemico. Non si tratta mai di casi isolati». Fin dal suo primo giorno in politica, continua Ameti, «ho ricevuto messaggi di odio. In media sono 10-20 al giorno, ma a volte anche più di cento. Ho smesso di contarli».

La scorsa domenica ha deciso di cominciare a pubblicare i messaggi che riceve su Twitter, censurando il mittente, che il più spesso delle volte «è uomo e con un nome comune svizzero». Ma ecco una mail particolarmente esplicita: «Non sei una vera donna svizzera, sii grata e smettila di interferire nella nostra politica o vai via».

Ameti spiega di aver ricevuto «anche minacce di morte. Alcuni autori sono passibili di denuncia, ma non ho il tempo né la preparazione per perseguirli». E una legislazione più severa, per lei, non sarebbe la soluzione: «È un problema culturale. E i problemi culturali si risolvono parlandone e cercando di creare consapevolezza». Perciò ha lanciato l'hashtag #guteNachliebeSchweiz.

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