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REGNO UNITO Il ruolo del Guardian nella tratta transatlantica degli schiavi

29.03.23 - 08:46
Il giornale britannico si è scusato per il ruolo assunto dal suo fondatore e ha annunciato un programma di giustizia riparativa.
Reuters
Il ruolo del Guardian nella tratta transatlantica degli schiavi
Il giornale britannico si è scusato per il ruolo assunto dal suo fondatore e ha annunciato un programma di giustizia riparativa.

LONDRA - Il proprietario del Guardian si è scusato per il ruolo che il fondatore del giornale ha assunto nella tratta transatlantica degli schiavi e ha annunciato una serie di misure atte a sostenere finanziariamente e concedere possibilità professionali ai discendenti delle comunità colpite. Lo riporta lo stesso Guardian. 

La dirigenza del giornale britannico intende spendere oltre 10 milioni di sterline (12 milioni di franchi), dedicandone una buona parte ai discendenti degli schiavi del commerciante di cotone e fondatore del giornale John Edward Taylor.

La decisione fa seguito a un rapporto commissionato nel 2020 per indagare sull'esistenza di un legame storico tra la tratta degli schiavi nelle colonie americane all'inizio del XIX secolo e le attività commerciali di Taylor, nonché quella di una decina di finanziatori del giornale. 

Il rapporto commissionato dalla Scott Trust Legacies of Enslavement ed elaborato dai ricercatori dell'università di Nottingham è stato pubblicato ieri e ha rivelato che Taylor aveva molteplici legami con l'azienda produttrice di cotone Oakden & Taylor e con la società di commercio Shuttleworth, Taylor & Co, le quali importavano il cotone prodotto da persone in condizione di schiavitù.

In particolare, i ricercatori sono riusciti a dimostrare che Taylor commerciava cotone prodotto nelle piantagioni delle Sea Islands, le quali si trovano lungo la costa della Corolina del Sud e della Georgia.  

Oltre alle scuse «per il ruolo che i fondatori e i finanziatori del Guardian hanno avuto in questo crimine contro l'umanità», i dirigenti del giornale si sono scusati anche per le posizioni editoriali che lo stesso giornale ha sostenuto in merito alla produzione e al commercio di cotone, e quindi, anche alla tratta transatlantica degli schiavi. 

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