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La trappola dello shopping compulsivo: una dipendenza a portata di click

Il fenomeno è talmente diffuso che può essere paragonato all'alcolismo. I più vulnerabili? I giovani.
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Fonte Ingrado
La trappola dello shopping compulsivo: una dipendenza a portata di click
Il fenomeno è talmente diffuso che può essere paragonato all'alcolismo. I più vulnerabili? I giovani.
BELLINZONA / BERNA - Lo shopping è spesso visto come un’attività piacevole, un momento di gratificazione o un modo per alleviare lo stress. Tuttavia, per alcune persone può diventare una dipendenza vera e propria, sottolinea nell'odierno comunic...

BELLINZONA / BERNA - Lo shopping è spesso visto come un’attività piacevole, un momento di gratificazione o un modo per alleviare lo stress. Tuttavia, per alcune persone può diventare una dipendenza vera e propria, sottolinea nell'odierno comunicato stampa il centro di competenza contro le dipendenze Ingrado.

Lo shopping compulsivo, noto anche come oniomania, è un disturbo psicologico che può compromettere gravemente la vita personale, le relazioni e la stabilità finanziaria. In Svizzera, questo fenomeno è più diffuso di quanto si pensi, al punto da essere paragonabile, per incidenza, alla dipendenza da alcol.

In Svizzera ne soffrono 330mila adulti - Secondo un’indagine condotta dall’Ufficio federale della sanità pubblica nel 2019, circa 330.000 adulti ne soffrono. Questo dato, raccolto prima della pandemia di COVID-19, suggerisce una stabilità del fenomeno negli ultimi anni. Le preoccupazioni sono alte, soprattutto per i comportamenti d’acquisto a rischio: il 21% della popolazione li manifesta nei negozi fisici, mentre l’11% li sviluppa nello shopping online. I giovani sono particolarmente vulnerabili, soprattutto nell’era digitale, dove la facilità di acquistare con un clic favorisce questa dipendenza.

Felicità basata sul consumismo - Alla base del problema si trovano spesso fattori emotivi, biologici e sociali. Molti sviluppano questo comportamento come risposta a stati d’animo negativi, come ansia, depressione o scarsa autostima. Gli acquisti offrono un sollievo temporaneo, seguito da senso di colpa e rimorso. Sul piano biologico, ricerche evidenziano alterazioni nei livelli di serotonina, legata al controllo degli impulsi. Anche la società, ponendo enfasi sul consumismo, contribuisce con messaggi pubblicitari costanti e la connessione tra possesso materiale e felicità.

Una dipendenza nascosta - Riconoscere i segnali dello shopping compulsivo non è semplice. Chi ne soffre prova spesso euforia durante l’acquisto, seguita da insoddisfazione. Questo porta all’accumulo di oggetti inutili o superflui e, in molti casi, a problemi economici. Le relazioni personali possono risentirne, con tensioni legate a spese fuori controllo o debiti crescenti. Tuttavia, affrontare il problema è possibile con un approccio mirato. La terapia cognitivo-comportamentale è tra gli strumenti più efficaci per comprendere le cause profonde e sostituire le abitudini dannose. In alcuni casi, può servire un supporto farmacologico, mentre i gruppi di auto-aiuto rappresentano una risorsa preziosa. Riconoscere i propri limiti, evitare situazioni che stimolano l’impulso e stabilire un budget sono passi essenziali. Monitorare le spese e trovare attività alternative gratificanti, come un hobby creativo o l’attività fisica, può spezzare il ciclo della dipendenza.

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