L'eredità di Vincenzo Vela sotto la lente degli studiosi

Ha preso il via un progetto per fare luce su modus operandi dell'artista
Ha preso il via un progetto per fare luce su modus operandi dell'artista
MENDRISIO - Ampliare le conoscenze sull'artista Vincenzo Vela e sul suo modo di “affrontare” la scultura. È questo l'obiettivo del progetto “Il segno delle sculture: modelli in gesso nell'eredità di Vincenzo Vela” a cui ha dato il via lo scorso dicembre l'Istituto materiali e costruzioni (IMC) della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI).
Al centro dello studio ci sono i modelli originali in gesso (si tratta di quasi duecento pezzi) che sono stati conservati dall'artista e che si trovano al Museo Vela di Ligornetto. Modelli, questi, che rappresentano l'interfaccia tra l'aspetto esplorativo e progettuale, e gli aspetti più tecnici o pratici della creazione di una scultura.
Per comprenderli a fondo, il progetto ha come obiettivo l'analisi delle fonti scritte che possono aiutare a fare luce sul modus operandi di Vincenzo Vela. E sarà condotto uno studio interdisciplinare diretto delle superfici, per capire i materiali e i metodi di costruzione utilizzati per creare i modelli, sviluppare una comprensione più completa delle loro caratteristiche fisiche e materiali, ed esplorare il ruolo del modello in gesso nel processo di lavoro nelle diverse fasi di concezione e di realizzazione di una scultura.
La ricerca, diretta da Alberto Felici, avrà una durata di quattro anni e vedrà impegnato un team interdisciplinare di studiosi composto da ricercatori della SUPSI ed esperti scientifici dell’IMC per lo svolgimento e il coordinamento delle indagini sui materiali. Il loro lavoro sarà affiancato da Gianna A. Mina, direttrice del Museo Vincenzo Vela, da Marc-Joachim Wasmer, docente di storia dell’arte all’Università di Zurigo e autore della monografia sul Museo Vincenzo Vela del 2020 e da Mauro Zeni per lo svolgimento di una campagna fotografica.





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