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ZURIGO

Pullman schiantato nel 2018, pena ridotta per l'autista

Il sinistro aveva causato due morti e oltre 40 feriti. La pena è leggermente più lieve che in prima istanza.
20 min
Fonte ATS
Pullman schiantato nel 2018, pena ridotta per l'autista
Il sinistro aveva causato due morti e oltre 40 feriti. La pena è leggermente più lieve che in prima istanza.

ZURIGO - Il Tribunale cantonale di Zurigo ha condannato oggi a 20 mesi di detenzione, sospesi con la condizionale, per omicidio colposo plurimo il conducente del pullman protagonista del grave incidente che aveva causato due morti e oltre 40 feriti nei pressi della città sulla Limmat nel dicembre del 2018. L'imputato, un cittadino italiano, non era presente al processo avendo ricevuto una dispensa per motivi medici.

La pena è leggermente più lieve che in prima istanza: il Tribunale distrettuale di Zurigo alla fine di maggio dello scorso anno aveva inflitto all'uomo, oggi 64enne, due anni di carcere, pure sospesi, per omicidio colposo plurimo, lesioni personali colpose plurime e gravi infrazioni del codice stradale. La sentenza odierna può essere impugnata davanti al Tribunale federale.

Il sinistro si è verificato il 16 dicembre del 2018, verso le 4.15 del mattino, sull'autostrada A3, a sud di Zurigo. Il mezzo proveniva dall'Italia, più precisamente da Genova (Liguria), ed era diretto in Germania. Il bus, che apparteneva a una società italiana subappaltatrice dell'impresa di trasporti Flixbus, aveva sbandato e si era schiantato contro un muro. A bordo c'erano 51 persone.

Pesante il bilancio del violentissimo impatto, nel quale la parte anteriore del pullman andò distrutta: a perdere la vita erano stati uno degli autisti, deceduto circa due settimane dopo, e una passeggera 37enne, residente nella provincia di Como, morta dopo essere finita nel vicino fiume Sihl. Era rimasto ferito anche l'imputato.

Per il giudice della corte cantonale, l'autista procedeva troppo velocemente sulla carreggiata ghiacciata. Il pullman viaggiava a 68 km/h su un tratto con limite di 60 km/h, ma nel quale, dato il contesto, la velocità avrebbe dovuto essere più contenuta. Sebbene l'uomo abbia cercato di frenare, il veicolo ha finito per andare a cozzare contro il muro a quasi 50 km/h.

Non è stato possibile chiarire con esattezza le circostanze relative al decesso della 37enne. Secondo il referto dell'autopsia, non presentava ferite gravi, ma è annegata nel fiume mentre era priva di sensi.

"Non è certo che sia stata sbalzata fuori dall'autobus durante l'incidente e sia così finita nella Sihl", ha affermato il giudice. Diversi indizi suggeriscono che, dopo l'impatto, sia fuggita e poi, in circostanze non chiarite, sia caduta dal parapetto, non troppo alto, della strada, la Sihlhochstrasse, che sovrasta il corso d'acqua. Ciononostante, l'autista va ritenuto responsabile della sua morte. Se non ci fosse stato l'incidente, la donna non sarebbe annegata nella Sihl.

Durante l'udienza in mattinata, l'avvocata della difesa ha sostenuto che la causa principale dell'incidente fosse la situazione pericolosa e insufficientemente segnalata sulla Sihlhochstrasse. Ha chiesto che l'autista fosse condannato solo per infrazioni al codice della strada, ma non per omicidio colposo.

Il tribunale ha riconosciuto che il luogo dell'incidente era "potenzialmente" pericoloso e che la segnaletica al momento dell'incidente "non era ottimale". Dopo il sinistro sono stati installati elementi in calcestruzzo che dovrebbero impedire il ripetersi di eventi simili in futuro.

Le spese processuali sono formalmente imposte all'imputato, ma allo stesso tempo definitivamente cancellate dato che il 64enne è disoccupato e privo di mezzi.

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