Tutto ruota intorno agli ostaggi

Hamas chiede un rapido avvio dello scambio, mentre Netanyahu ribadisce che, se ciò non dovesse avvenire, salterebbe tutto
TEL AVIV - Hamas ha chiesto un rapido avvio dello scambio di ostaggi e prigionieri con Israele, mentre i negoziatori delle due parti in conflitto si incontrano in Egitto per colloqui cruciali volti a porre fine alla guerra a Gaza che dura da quasi due anni.
«Hamas è molto interessato a raggiungere un accordo per porre fine alla guerra e avviare immediatamente il processo di scambio dei prigionieri in base alle condizioni sul campo», ha dichiarato all'AFP un alto funzionario di Hamas, a condizione di rimanere anonimo.
Incontrando i membri del Gvura Forum, un'organizzazione di destra che rappresenta le famiglie dei soldati uccisi in azione a Gaza, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che nessun altro elemento del piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per un cessate il fuoco a Gaza andrà avanti finché non sarà rilasciato ogni singolo ostaggio. È quanto si legge sul Times of Israel.
«Finché non verrà rispettata il primo punto, il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e morti, finché l'ultimo degli ostaggi, tutti quanti, non sarà trasferito in territorio israeliano, non passeremo agli altri punti». Se Hamas non rilascerà gli ostaggi «entro il termine stabilito dal Presidente Trump» (di 72 ore dall'accordo, ndr), ha affermato, Israele tornerà all'offensiva a Gaza «con il pieno appoggio di tutti i Paesi coinvolti».
«La pressione di Trump sta aumentando - ha detto al gruppo durante l'incontro di 40 minuti a Gerusalemme -. Trump non esiterà ad aspettare più a lungo di quanto previsto. Questa volta, è determinato».
Netanyahu ha promesso inoltre che l'Autorità Nazionale Palestinese non gestirà la Striscia di Gaza dopo la guerra. «Nessun rappresentante di Hamas o dell'Autorità Nazionale Palestinese sarà coinvolto nel controllo della Striscia».




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