Componenti svizzeri in un drone russo sequestrato in Ucraina

Ecco come la Russia aggira le sanzioni usando prodotti "dual use"
Ecco come la Russia aggira le sanzioni usando prodotti "dual use"
KIEV - Un nuovo modello di drone russo è stato analizzato dal ministero della Difesa ucraina, che ne ha pubblicato i dettagli tecnici sul portale War&Sanctions. Si tratta di un velivolo a struttura delta, simile al modello iraniano Shahed-131 ma di dimensioni ridotte, impiegato da Mosca per missioni di ricognizione, attacco o come esca contro le difese aeree ucraine.
Secondo gli analisti di Kiev, il drone è equipaggiato con telecamera, modem LTE e un sistema di navigazione resistente alle interferenze satellitari: caratteristiche che lo rendono versatile sul campo di battaglia. Ma soprattutto, le sue componenti testimoniano una pesante dipendenza della Russia dall’elettronica straniera.
Gli esperti hanno contato 19 parti cinesi, 15 microchip statunitensi, componenti svizzeri (tre micro-controller della multinazionale STMicroelectronics), giapponesi e taiwanesi: un mosaico tecnologico che, sottolineano le autorità ucraine, dimostra come «Mosca continui ad aggirare le sanzioni sfruttando l’ampia disponibilità di prodotti "dual use"».
«La pubblicazione dei dettagli non serve solo a informare l’opinione pubblica – spiegano sul portale War&Sanctions – ma rappresenta anche uno strumento per rafforzare i controlli sulle esportazioni e rendere più difficile per la Russia l’approvvigionamento di pezzi necessari alla produzione di massa».





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