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VAL POSCHIAVOQuelle passeggiate "letali" per M13

20.02.13 - 10:54
Gli incontri ravvicinati con alcune persone, nei giorni scorsi, hanno accelerato il destino dell'orso grigionese
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Quelle passeggiate "letali" per M13
Gli incontri ravvicinati con alcune persone, nei giorni scorsi, hanno accelerato il destino dell'orso grigionese

POSCHIAVO - L'orso M13 aveva interrotto una seconda volta il suo letargo una decina di giorni fa. "Non ha più alcun rispetto per le persone", aveva dichiarato lunedì l'ispettore grigionese della caccia Georg Brosi, confermando l'informazione del giornale online "Il Bernina" secondo cui sabato un'adolescente di 14 anni si è trovata quasi faccia a faccia con l'animale. La ragazza ha subito uno shock ed è ricoverata all'ospedale, ma non è stata ferita.

Sabato, M13 è stato avvistato anche sul sentiero che porta da Poschiavo a Miralago, dove ha incrociato due turisti. Oggi il "Blick" ha 'sbattuto il mostro in prima pagina' e su altre due pagine interne ha pubblicato una foto, scattata da un turista bresciano, che mostra l'orso aggirarsi nei pressi di una casa. Titolo di commento: "Questa passeggiata costerà a M13 la pelliccia?". M13 era in letargo da metà novembre e si era risvegliato la prima volta il 9 febbraio, quando si era spostato verso sud e aveva poi fatto ritorno al suo ricovero invernale dopo qualche ora.

 

Già lo scorso 10 ottobre M13 aveva gettato lo scompiglio in valle: all'alba si era avvicinato alle scuole Santa Maria a Poschiavo e, dopo aver scavalcato la recinzione, aveva divelto una delle arnie utilizzate a scopi didattici dall'istituto. Poco prima di andare in letargo, l'orso era poi entrato nel ripostiglio di una baita di vacanza, sempre in Val Poschiavo. L'incidente aveva immediatamente riacceso le discussioni su un eventuale abbattimento dell'animale. Una petizione era stata lanciata per tentare di salvare la pelle dell'animale.

 

Secondo abbattimento - Il caso di M13 non è il primo in Svizzera. La sera del 14 aprile 2008 era stato abbattuto nella regione di Thusis l'orso JJ3, arrivato dall'italia nelle alpi retiche nel giugno 2007 assieme al fratellastro "MJ4". Fin da subito non aveva mostrato alcun timore dell'uomo, avvicinandosi ai centri abitati in cerca di cibo.

 

"Era diventato un rischio per la sicurezza dell'uomo in quanto andava sistematicamente a cercare il suo cibo nelle zone abitate e manifestava un atteggiamento refrattario nei confronti delle ripetute azioni di dissuasione intraprese nei villaggi", si legge sul sito web dell'UFAM.

 

Già allora la decisione aveva provocato le proteste degli ambientalisti in Svizzera e all'estero. Il plantigrado è stato nel frattempo imbalsamato ed è finito in una nuova esposizione permanente sui predatori del Museo della Natura di Coira.

 

"Morte non necessaria" - L'abbattimento di M13 è stata immediatamente deplorata dal WWF, che in un comunicato si dice "profondamente deluso" per questa "morte non necessaria". A suo avviso, l'abbattimento è stato deciso "troppo presto". "Meglio sarebbe stato proseguire e intensificare le misure di disturbo, afferma l'esperta dall'organizzazione ambientalista Joanna Schönenberger citata nella nota.

 

Le "ripetute azioni di disturbo" intraprese nella speranza di spaventare il plantigrado e tenerlo lontano dagli abitati sono rimaste "senza successo", scrivono l'UFAM e il DCTF nel comunicato. M13 - aggiungono - era dunque diventato un "rischio per la sicurezza" in base alla "Strategia Orso" dell'UFAM.

 

Questo "Piano di gestione dell'orso bruno in svizzera", datato 25 luglio 2006, prevede effettivamente l'abbattimento se l'orso cerca di penetrare in edifici abitati, va in cerca di cibo in insediamenti chiusi e non si riesce a dissuaderlo, oppure è aggressivo senza essere provocato. Nei giorni scorsi Coira ha così contattato Berna ed è stata presa la decisione definitiva.

 

Ats

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