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CANTONELimitare le ore di lavoro sotto la canicola, il Gran Consiglio dice "no"

16.04.24 - 17:29
Fabio Schnellmann (Commissione sanità): «Quelle avanzate sarebbero misure troppo costose e irrealizzabili».
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Fonte Gran Consiglio
Limitare le ore di lavoro sotto la canicola, il Gran Consiglio dice "no"
Fabio Schnellmann (Commissione sanità): «Quelle avanzate sarebbero misure troppo costose e irrealizzabili».

BELLINZONA - La canicola, visti i costanti cambiamenti climatici e la meteo sempre più imprevedibile, come certificato dalle temperature quasi estive che si registrano sempre più spesso in diversi periodi dell'anno, rappresenta un serio pericolo. Soprattutto per le categorie deboli come gli anziani e per quanti lavorano all’esterno.

Su tali fattispecie si sono concentrate 4 richieste MPS-POP-Indipendenti per l'aggiunta di nuove specifiche nella Legge sanitaria di riferimento.

E nel dettaglio ecco le modifiche, illustrate da Matteo Pronzini (MPS): «In caso di allerta canicola di grado 3 (25 gradi), tutte le attività all’aperto e le attività all’interno in assenza di climatizzazione sono di principio vietate a partire dalle ore 12.00 - spiega Pronzini - Inoltre, in caso di canicola di grado 4, tutte le attività all’aperto e le attività all’interno in assenza di climatizzazione devono essere interrotte».

A ciò si aggiunge anche la richiesta che «il medico scolastico vigili sulla salubrità e la sicurezza delle scuole, e per la protezione contro la canicola degli istituti di educazione, delle scuole dell’infanzia pubbliche e private del proprio circondario», si legge. In conclusione anche la richiesta di dotare i luoghi sensibili, come le case di cura e le strutture sanitarie, di climatizzatori per contrastare la canicola.

Sintetico e netto l’intervento di Fabio Schnellmann relatore per la Commissione sanità e sicurezza sociale. «La protezione contro la canicola è già implicitamente inclusa tra gli scopi e gli obiettivi prefissati dagli articoli 2 e 3 LSan, oltre che nelle disposizioni generali della stessa legge sulla salubrità dell’ambiente di vita, abitativo, di studio, di svago e di lavoro o sulla protezione sanitaria nelle scuole. Tali scopi vengono perseguiti mediante norme, direttive e raccomandazioni», spiega il relatore. 

Ecco perché «pensare di prevedere la sospensione di attività lavorative all’aperto in certe condizioni, così come negli istituti sanitari avrebbe conseguenze molto pesanti. Bloccare certe attività avrebbe ricadute organizzative ed economiche eccessive - spiega Schnellmann - la domanda è: dove si prendono le risorse?». 

Inoltre a titolo esemplificativo il numero di giornate all’anno «per cui sono stati raggiunti o superati i 25°C di temperatura media giornaliera (canicola di grado 3) a Lugano nel 2023 sono state 19, 18 a Locarno, 14 a Stabio», chiude Schnellmann. 

«I cambiamenti climatici sono ben noti al Consiglio di Stato e oggetto di analisi soprattutto in riferimento alle persone più esposte - spiega il presidente del Cds Raffaele De Rosa - sappiamo che nei prossimi decenni la situazione peggiorerà e le temperature massime saliranno. E da tempo si lavora in tal senso. Ricordo ad esempio la creazione nel 2004 del GOSA (Gruppo operativo salute ambientale). Il Consiglio di Stato non ritiene di dover inserire le modifiche richieste, perché già si sta lavorando e lo si farà ancora in futuro».

Dopo la discussione che ha visto emergere varie sensibilità e che si è concentrata sul cambiamento climatico in corso, si è arrivati al voto. Tutte le modifiche avanzate sono però state respinte con 48 voti contro (favorevoli 20 e 9 gli astenuti).

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