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CANTONE«Per scioperare non ci vuole il permesso», il Vpod si ribella

23.02.24 - 07:14
Il sindacato chiede lo stralcio di una circolare della Sezione scuole comunali che avrebbe autorizzato a minacciare i docenti scioperanti
TiPress
Fonte RED
«Per scioperare non ci vuole il permesso», il Vpod si ribella
Il sindacato chiede lo stralcio di una circolare della Sezione scuole comunali che avrebbe autorizzato a minacciare i docenti scioperanti

«Un'infelice lettera», così viene descritta dal sindacato VPOD docenti la circolare della Sezione delle scuole comunali inoltrata il 20 febbraio all'indirizzo di tutti i Municipi e Consorzi scolastici e a tutte le direzioni d'Istituto. Secondo il sindacato, i contenuti di questa lettera ostacolerebbero i docenti comunali nell’esercizio del diritto allo sciopero.

Entrato in possesso della circolare, il sindacato ha così deciso di scrivere all’onorevole Marina Carobbio, capo del Dipartimento educazione cultura e sport, per far rettificare tale lettera. «Lo sciopero - sottolinea il VPOD - è un diritto costituzionale individuale ed ogni docente comunale deve poter scioperare». «L’autorità di nomina comunale o la direzione delle scuole comunali non possono impedire di scioperare o scoraggiare il docente che vuole scioperare. La direzione delle scuole comunali deve organizzare il servizio minimo per gli allievi che non rientrano a casa alle 15 e non addossarlo ad ogni docente scioperante, rendendo in tal modo impossibile l’esercizio del diritto di sciopero», si prosegue. «Se le scuole cantonali hanno aderito massicciamente allo sciopero indetto dai Sindacati VPOD, OCST e da RdP, questa lettera spiega in parte le difficoltà di aderire allo sciopero da parte di numerose scuole comunali».

Il Sindacato VPOD chiede pertanto che la lettera «venga immediatamente rettificata», perché «ha dato la giustificazione ad una serie di direttori di scuole comunali e di capodicastero di affermare che non autorizzavano scioperi nella sede scolastica; di minacciare i docenti scioperanti, nel caso scrivessero alle famiglie una lettera con l’invito a riprendere i bambini alle 15 del 29 febbraio; di obbligare tutti i docenti scioperanti a rimanere in sede».

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