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La ‘ndrangheta in Ticino passa tra armi e vino

Le indagini della «più grande operazione per numero di arresti degli ultimi 23 anni» hanno documentato infiltrazione mafiosa anche nel nostro Cantone
Ti Press
La ‘ndrangheta in Ticino passa tra armi e vino
Le indagini della «più grande operazione per numero di arresti degli ultimi 23 anni» hanno documentato infiltrazione mafiosa anche nel nostro Cantone
VARESE - L’operazione denominata Stige, che ha portato all’arresto di 169 persone (vedi correlato) coinvolge da vicino anche il Ticino. Come riporta “La Prealpina”, quella che secondo il procuratore capo di Catanzaro, Nicola G...

VARESE - L’operazione denominata Stige, che ha portato all’arresto di 169 persone (vedi correlato) coinvolge da vicino anche il Ticino. Come riporta “La Prealpina”, quella che secondo il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, è «la più grande operazione per numero di arresti degli ultimi 23 anni» ha fatto emergere che la cosca Farao-Marincola avesse interessi per il business dell’enogastonomia anche a Lugano e Chiasso.

L’ipotesi degli investigatori è che si volesse riprodurre il modello attuato in Germania, dove pure ci sono stati degli arresti e dove gruppi di ‘ndrangheta sono riusciti ad imporre l’acquisto di prodotti propri come semilavorati per pizze e vino di origine calabrese.

Le intercettazioni telefoniche parlano addirittura di «un milione di bottiglie di vino» smerciate il 16 locali sul territorio elvetico, in prevalenza in Ticino. Locali «già loro» ed altri «in società». Non solo, il nostro Cantone sarebbe anche stato usato come luogo sicuro in cui lasciare le mazzette da ritirare, una volta al mese, con destinazione Emilia-Romagna. Sempre in Svizzera i mafiosi si sarebbero procurati armi che avrebbero poi trasportato oltreconfine.

 

 

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