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SVIZZERA«La difesa dei nostri valori ha un prezzo»

23.08.22 - 08:28
Secondo Gerhard Pfister la Svizzera in futuro dovrà «posizionarsi sulla scena mondiale» come durante la Guerra fredda.
Tamedia AG
In caso di dubbio, la Svizzera deve anteporre la difesa della democrazia ai suoi interessi economici, sottolinea Gerhard Pfister.
In caso di dubbio, la Svizzera deve anteporre la difesa della democrazia ai suoi interessi economici, sottolinea Gerhard Pfister.
Fonte ats
«La difesa dei nostri valori ha un prezzo»
Secondo Gerhard Pfister la Svizzera in futuro dovrà «posizionarsi sulla scena mondiale» come durante la Guerra fredda.
Il presidente dell'Alleanza del Centro prevede inoltre «tempi difficili» e il ritorno a un mondo bipolare: «Dobbiamo prepararci a una perdita di prosperità».

BERNA - In futuro la Svizzera dovrà posizionarsi chiaramente sulla scena mondiale, come ha fatto durante la Guerra fredda. Lo afferma - in un'intervista pubblicata oggi da Le Temps e dalle testate in tedesco di Tamedia - il presidente dell'Alleanza del Centro, Gerhard Pfister, il quale mette in guardia: «Difendere i nostri valori avrà un prezzo».

«Andiamo incontro a tempi molto difficili» e «dobbiamo prepararci a una perdita di prosperità», aggiunge, facendo notare come il mondo stia ridiventando bipolare, «non più tra capitalismo e comunismo, ma tra Stati autocratici e democratici». «Non si tratta di una nuova era, ma piuttosto di un ritorno alla Guerra fredda».

La Svizzera sta dalla parte delle democrazie occidentali, prosegue il consigliere nazionale di Zugo. «Oggi il primato deve essere restituito alla politica, che ha la responsabilità di proporre un quadro che tenga conto degli interessi economici, ma anche delle questioni relative ai diritti umani, alla democrazia e alla libertà di espressione».

«La nostra politica estera, pragmatica e in parte opportunistica, non funziona più», secondo Pfister, per il quale «è arrivato il momento di fare delle scelte. Sono decisioni difficili e spiacevoli, ma non possiamo evitarle». A suo avviso, la neutralità non deve essere definita in modo teorico. «Ci sono momenti della storia in cui bisogna decidere e sono queste decisioni a determinare la politica di neutralità».

Il successo del modello occidentale si basa sullo stato di diritto, sulla sicurezza della proprietà privata e sul benessere sociale, osserva Pfister, aggiungendo che se si vuole preservare questa società e questi valori, è necessario affermarli contro gli attacchi.

A tal proposito, conclude Pfister, la Svizzera deve chiarire le sue relazioni con l'Unione europea. «La crisi ucraina illustra l'ampio consenso in Svizzera sul fatto che ci consideriamo un Paese europeo».

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COMMENTI
 

vulpus 1 anno fa su tio
Sono enunciazioni che lasciano il tempo che trovano, anzi no, contribuiscono a quel pessimismo strisciante, dove se non ci si lamenta di qualcosa o non ci si pronuncia per qualcosa di gramo che potrebbe succedere non va bene. Tempi difficili se arriveranno saranno per tutti. Non possiamo lamentarci anche se qualcosa lo perderemo: abbiamo di tutto e di più. Non ci consideriamo un paese europeo, ma un paese prospero. E questo ci ha portato come tante nazioni a una cecità di dipendenza da tutti, dimenticando che forse certe cose le dobbiamo fare in casa nostra.

Sarà 1 anno fa su tio
E come ci poniamo con la Cina?

F/A-19 1 anno fa su tio
Dice bene, tempi difficili nel nostro futuro. Prepariamoci. Dove dobbiamo schierarci è chiaro a tutti, siamo uno stato sovrano, libero e democratico, la neutralità non è più possibile.

Mattiatr 1 anno fa su tio
Risposta a F/A-19
Ti pongo due problemi secondo me sostanziali. Il primo è l'assenza di un dibattito sul tema, difatti non c'è una definizione chiara dei valori svizzeri, per il semplice fatto che siamo una nazione fortemente eterogenea (trovo che i ''nostri valori'' semplicemente non esistano). Il secondo è la scelta de facto degli alleati, il nostro sistema politico non prevede nulla a tal riguardo. In primis la costituzione prevede che la Svizzera sia neutrale, ma vabbé, la si cambia (io voterei un no chiaro alla modifica), poi? Si fa il classico cartellino con 3-4 bandiere e lo spazio per le x? Se saltasse fuori che la Svizzera nutre sospetti se non addirittura rancore nei confronti degli Stati Uniti e scegliesse la Russia o la Cina, sarebbe una legittima decisione popolare che ci porterebbe in una situazione difficile.¶ Detto questo la Svizzera ha congelato conti stranieri, quindi la reputazione di nazione caveau è in bilico e abbiamo applicato sanzioni senza precedenti a una nazione in guerra, quindi ci siamo politicamente schierati. È primario oggi capire scegliere il nostro posto nel mondo, sopra tutti in considerazione del fatto che c'è chi non ci considera più super partes e che l'anno prossimo ricopriremo una posizione all'interno del consiglio di sicurezza dell'onu (con il rischio di votare una delega per un intervento militare, in questo periodo è proprio una bella gabola). Dubito che l'attuale classe politica sia in grado di tale impresa.

francox 1 anno fa su tio
Come la verginità, una volta persa è persa.
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