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CANTONEPreventivo 2023, tutto rinviato a domani

12.12.22 - 19:39
Discussione fiume in Gran Consiglio: la sensazione è che il preventivo sarà approvato, seppure con qualche critica o perplessità.
TiPress
Preventivo 2023, tutto rinviato a domani
Discussione fiume in Gran Consiglio: la sensazione è che il preventivo sarà approvato, seppure con qualche critica o perplessità.

BELLINZONA - È stato un vero e proprio dibattito fiume quello vissuto oggi in Gran Consiglio sul Preventivo 2023 nel quale non sono mancate le critiche e le perplessità. E benché l'intera giornata fosse dedicata a questo argomento il Parlamento ha deciso d'interrompere i lavori poco dopo le diciannove e a rinviare a domani la decisione.  Una decisione che nonostante le incertezze e le differenti vedute, manifestate anche in aula, dovrebbe alla fine promuovere il Preventivo 2023, grazie in particolar modo al fronte formato da PLR, Lega e Centro/ PPD e UDC.

Cosa dice il preventivo
Il documento, che a settembre era stato approvato dal Governo, mette nero su bianco una perdita di 79,5 milioni di franchi, rimasta però all’interno del vincolo del freno ai disavanzi pubblici. Rispetto a 12 mesi fa, la spesa cresce di 66,1 milioni di franchi (+1.6%) a seguito dell’incremento delle spese del personale (20,5 milioni stanziati per l’adeguamento salariale dei dipendenti cantonali), di trasferimento (in particolare sul settore della sanità e della socialità) e per beni e servizi (pesa l’aumento dei prezzi dell’energia). D’altro canto si assiste a un incremento dei ricavi di 121.5 milioni di franchi (+3%). Pesa l’incertezza legata alla Banca nazionale svizzera: i conti considerano la quota dell’utile prevista in arrivo, pari a 137 milioni di franchi. Tenuto conto, però, dei risultati intermedi della Bns, che evidenziano una grande perdita, c’è ora molta incertezza.

«Tempi difficili»
«Si tratta di un preventivo fatto in tempi difficili - commenta il presidente del Governo Claudio Zali - l’esecutivo, in modo coeso, ha tenuto il timone dritto in acque difficili. Nessuno è rimasto indietro». Dal canto suo, il direttore del DFE Christian Vitta ha fatto notare come «non ci sia stata una crisi acuta sociale legata alla pandemia. L’economia ha retto bene il colpo, con la ripresa cavalcata dall’apparato produttivo».

Il documento non ha comunque mancato di generare aspre critiche. «Il Consiglio di Stato presenta un preventivo senza nessuna misura di sostegno a famiglie e imprese», si legge nel rapporto di minoranza, il cui relatore è Ivo Durisch (PS). «Oltre a un’impostazione sbagliata e neoliberista della politica fiscale ed economica degli ultimi anni - si afferma - ci saremmo aspettati un’attenzione a chi subirà maggiormente le incertezze del momento e gli aumenti dei costi dell’energia, della benzina e dei premi cassa malati». Nel suo intervento, Simona Arigoni Zürcher (MPS - POP) ha definito il preventivo «una grande carnevalata, incredibile e inverosimile».

“Tiepida” e anche un po’ scettica, è la posizione espressa nel rapporto di maggioranza, il cui relatore è Fiorenzo Dadò (Il Centro), molto critico anche nel suo intervento. «Preso atto del periodo d’incertezza in termini geopolitici e della volatilità dei mercati finanziari - si scrive - la maggioranza della Commissione della gestione rinuncia a modificare le cifre, perché nessuno ha certezza delle cifre». Si chiede, però, un audit esterno per l’analisi della spesa. «A seguito di una non semplice discussione - conclude il rapporto in maniera dura - in particolare attorno alle cifre inverosimili di questo preventivo e alla totale assenza di misure strutturali di rientro della spesa pubblica già per il 2023, la maggioranza ha trovato a fatica un accordo, ma non si esime dal richiamare il Consiglio alle proprie responsabilità». Scettico anche Maurizio Agustoni (Il Centro) che, citando lo scrittore Alessandro Manzoni e il regista Gabriele Salvatores, conferma il voto positivo al preventivo, nonostante «non siamo molto convinti di come si sia arrivati alla cifra del disavanzo».

Il dibattito fiume (non terminato) sui dipartimenti
Al termine dell’”entrata in materia”, è cominciato il dibattito libero sui singoli dipartimenti. Vari interventi si sono concentrati sul DSS, in particolare sui premi troppo alti di Cassa malati, sui disturbi dei giovani (per esempio quelli alimentari) e sulla crescente povertà in Ticino. In questo senso De Rosa ha difeso il settore sanitario spiegando che «l'andamento dei costi degli ultimi anni sta crescendo meno della media di altri ambiti. E in molti casi, i margini del Cantone per contenere la spesa in ambito ambulatoriale sono molto limitati se non nulli, almeno per il momento». Il parlamento ha poi discusso del DECS e si è concentrato in maniera particolare sulla scuola e sull'eterna diatriba dei livelli. Alle 19.20 l'Ufficio presidenziale ha aggiornato la seduta e dato appuntamento a domani.

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