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CANTONEEx funzionario condannato: «In quanti devono chiedere scusa?»

30.01.19 - 07:28
Matteo Pronzini interpella il Governo sull'atteggiamento «omertoso» emerso nel corso del processo all'ex dipendente del Dss riconosciuto colpevole di coazione sessuale
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Ex funzionario condannato: «In quanti devono chiedere scusa?»
Matteo Pronzini interpella il Governo sull'atteggiamento «omertoso» emerso nel corso del processo all'ex dipendente del Dss riconosciuto colpevole di coazione sessuale

BELLINZONA - La vicenda dell’ex funzionario del DSS, condannato ieri ad una pena pecuniaria sospesa per coazione sessuale, ha fatto emergere a più riprese il «ruolo complice e omertoso dell’amministrazione cantonale» scrive oggi Matteo Pronzini in un’interpellanza al Consiglio di Stato.

Le vittime si erano infatti rivolte ai superiori per raccontare quanto accaduto, senza però ottenere riscontri. Un atteggiamento «inaccettabile e che non può passare sotto silenzio», criticato anche dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli e che ha inoltre portato il giudice Marco Villa - in qualità di rappresentante dello Stato - a scusarsi con le tre donne.

«Per quale ragione malgrado queste ripetute segnalazioni il funzionario è rimasto responsabile delle politiche giovanili del Cantone?», chiede Pronzini, sollecitando l’Esecutivo nell’indicare motivazioni e responsabili di questo atteggiamento, soffermandosi in particolare sul caso del 2007, quando alla terza vittima fu spiegato che la «situazione era complicata» e non vennero presi provvedimenti.

Chiedendo inoltre lumi sull’iter seguito dall’amministrazione nel caso di questo genere di segnalazioni, il deputato MPS chiede infine se siano o meno in corso inchieste interne sui fatti accaduti.

Le domande dell'interpellanza

    1. Corrisponde al vero che nel 2005 due delle vittime avessero segnalato quanto accadeva sul posto di lavoro senza che questo desse avvio a nessun processo di verifica interno o inchiesta?
    2. Se si come mai? Chi è responsabile di questo atteggiamento?
    3. Corrisponde al vero che quando la terza vittima ha raccontato quanto stava accadendo (nel 2007) le è stato risposto che la situazione era complicata, senza procedere in nessun modo?
    4. Per quale ragione malgrado queste ripetute segnalazioni il funzionario è rimasto responsabile delle politiche giovanili del cantone?
    5. Sono attualmente in corso inchieste interne sui fatti accaduti?
    6. Come intende agire il cantone affinché questi episodi non accadano più?
    7. Come agisce oggi l’amministrazione in caso di segnalazioni o denunce interne?
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