È partito il corteo «rivendicativo» dei molinari che, attraverso il Cassarate, raggiungerà Piazza Molino Nuovo
LUGANO - «Autogestione, contro ogni oppressione». «AutodeterminAzione». «Contro il nulla che avanza l'autogestione è speranza». Sono, questi, solo alcuni degli striscioni che da questo pomeriggio alle 13.30, stanno sfilando per Lugano. Come da programma, la manifestazione indetta dai molinari ha dato il via al corteo (tra l'altro abbastanza partecipato, si contano circa 500 presenze), con lo scopo di «riprendersi la città».
«Governo di bigotti, fascisti e poliziotti» - Occupanti e simpatizzanti, perlopiù giovanissimi, si sono riuniti nei pressi del Cinestar per sfilare, in modo assolutamente pacifico, lungo il Cassarate. Tra musiche, canti e anche diversi bambini aggregatisi nel frattempo, non sono mancati cori polemici contro le istituzioni: «Governo di bigotti, fascisti e poliziotti», per riportarne uno tra i tanti. Meta finale del corteo: Piazza Molino Nuovo. Qui la manifestazione si dovrebbe concludere con una cena e alcuni spettacoli. Un luogo di arrivo non scelto a caso. «Concluderemo la nostra giornata in una delle ultime piazze di quartiere che si ostina a rimanere tale, nonostante le retate e i soprusi di polizia nei luoghi di ritrovo e i cantieri della devastazione edilizia», hanno più volte sottolineato i molinari.
Messaggio - Lo scopo del corteo è semplice: quello di riconoscere e garantire l'identità degli occupanti dell'ex Macello, di recente allarmati dalle richieste del Municipio di Lugano di abbandonare l'attuale sede del CSOA Il Molino per trovare una nuova sistemazione. «Le città che vogliamo - hanno rivendicato invece i molinari - sono quelle abitate da pratiche e culture autogestite, dall’autodeterminazione dei corpi, dei generi, degli ecosistemi, dei popoli in resistenza. Nelle quali si riconosce la libertà di muoversi, attraversare e di poter restare, per ognuno e ognuna!».
Zona rossa - Il corteo «rivendicativo» non dovrebbe andare ad interferire con altre manifestazioni. Così, almeno, hanno assicurato più volte gli organizzatori. Per l’occasione il Municipio di Lugano negli scorsi giorni ha creato una zona rossa, che delimita i confini che la manifestazione non potrà superare per evitare l’incontro/scontro con altre manifestazioni in programma.
Un "recinto virtuale", questo, non accolto con piacere dai molinari che hanno definito la zona "off limits" «un pretesto fomentato ad arte per creare paura e strade vuote».