Trovare un passaggio in Ticino oppure partire per un’avventura all’estero. Le testimonianze
BELLINZONA - Tempo di vacanze, tempo di partenze. C’è chi sceglie il treno o l’aereo. Chi invece parte per un’avventura facendo l’autostop. E chi si affida ai passaggi anche sul nostro territorio, magari per rientrare da una serata con gli amici quando l’ultimo autobus è ormai partito già da un pezzo. «Devo ammettere che in Ticino è facile trovare un passaggio» ci dice Daniel Slodowicz, presidente dell’Associazione Autostop Svizzera. «Anche per viaggi più lunghi verso l’Italia o verso la Svizzera tedesca, considerando che il cantone è quotidianamente attraversato da molti turisti in transito».
Fare una buona impressione - Per l’autostoppista è comunque fondamentale riuscire a fare una buona impressione. «Ci vuole un sorriso autentico» spiega ancora Slodowicz, che lo sa per esperienza personale: «Più volte gli automobilisti mi hanno confidato di essersi fermati perché avevo un aspetto simpatico». E sempre per quanto riguarda il proprio aspetto, secondo il nostro interlocutore bisogna scegliere un abbigliamento normale. Insomma, non troppo elegante, ma nemmeno trasandato. «Anche se spesso si crede che gli autostoppisti siano degli hippy».
L’area di servizio - E quali sono i luoghi migliori per trovare un passaggio? «Io prediligo le aree di servizio lungo l’autostrada, dove è anche possibile parlare direttamente con i viaggiatori che stanno per esempio facendo il pieno». Alle aree di servizio bisogna però riuscire ad arrivarci, certamente non a piedi. «L’ideale è trovare un posto in periferia, dove sia anche facile accostare».
Il viaggio fino ad Amsterdam - «A noi l’autostop ha regalato un’avventura» ci racconta Joana, ventenne di Bellinzona che assieme all’amica Ottavia (19 anni) la scorsa estate ha raggiunto Amsterdam da Basilea. «L’idea ci era venuta leggendo alcuni blog di viaggi. E quando avevamo cominciato a raccontarlo alle nostre amiche, loro ci dicevano che non ce l’avremmo mai fatta: volevamo anche dimostrare il contrario». E ce l’hanno fatta: tra l’andata e il ritorno hanno sfruttato una quindicina di passaggi. Certo, alle due ragazze non mancava il timore di incontrare dei malintenzionati. «Ma alla fine erano tutti gentilissimi, spesso si fermavano persone più mature che avevano fatto l’autostop da giovani: erano felici di constatare che c’è ancora chi lo fa».
E poi il Brasile… - Per Joana l'esperienza tra la Svizzera e i Paesi Bassi è poi stato soltanto l’inizio. Quest’anno ha infatti scelto l’autostop pure in un viaggio alla scoperta del Brasile. «Anche stavolta è stata una bella esperienza». Pur non essendo stata semplice come in Europa. «Viaggiavo da sola, dovevo quindi fare più attenzione. Ma è andata bene» conclude.
Che vinca il più veloce: è tempo di campionato
Questo weekend gli autostoppisti svizzeri si danno appuntamento a Friburgo per la quinta edizione del campionato dell’autostop. Le squadre, composte da due persone, dovranno raggiungere il più velocemente possibile una destinazione a circa 200-300 chilometri di distanza. Naturalmente soltanto trovando passaggi lungo la strada. La meta sarà un campeggio, dove una volta arrivati tutti i partecipanti racconteranno le loro esperienze.