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«Reati gravi e commessi su più anni, ma c'è un sincero pentimento»

Dovrà scontare un solo anno di carcere il 24enne ticinese che sull'arco di tre anni ha costretto una bambina a baci, masturbazioni e rapporti orali.
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«Reati gravi e commessi su più anni, ma c'è un sincero pentimento»
Dovrà scontare un solo anno di carcere il 24enne ticinese che sull'arco di tre anni ha costretto una bambina a baci, masturbazioni e rapporti orali.

LUGANO - «Questi reati sono gravi. Le conseguenze sulla vittima sono gravi. Parliamo di atti sessuali imposti, e commessi su più anni». È con queste parole che il giudice Paolo Bordoli ha condannato il 24enne ticinese che tra il 2020 e il 2023 ha abusato sessualmente di una bambina di età compresa tra i nove e i 12 anni, costringendola a baci, masturbazioni e rapporti orali.

Per il giovane è stata decisa una pena di due anni e dieci mesi, di cui un anno da scontare in carcere e il resto sospeso con la condizionale per un periodo di prova di cinque anni.

Oltre a ciò, il 24enne dovrà seguire un trattamento terapeutico ambulatoriale e sottostare al divieto a vita di svolgere attività professionali o extraprofessionali a contatto con minorenni, nonché al divieto di avvicinarsi alla vittima entro un raggio di 200 metri.

«Lei sapeva che era una bambina» - «La Corte ha confermato gli atti descritti nell'atto d'accusa, sia per il loro contenuto che per il loro numero», ha detto il giudice rivolgendosi all'imputato. «Lei sapeva che la vittima era una bambina quando ha deciso di baciarla, di toccarla e di farsi toccare».

«Limiti cognitivi e sincero pentimento» - A favore dell'imputato è però stata presa in considerazione la giovane età, i suoi limiti cognitivi e la sua immaturità. La Corte ha riconosciuto infine il sincero pentimento «perché il risarcimento dei danni c'è stato, e anche una certa collaborazione».

Il giovane, in definitiva, è stato riconosciuto colpevole di ripetuti atti sessuali con fanciulli, ripetuta coazione sessuale e ripetuta pornografia dura. Concesso invece il proscioglimento per quanto concerne il reato di molestie (un presunto palpeggiamento del sedere della vittima). «Non c'è abbastanza agli atti per ritenere avverato il reato».

Durante il dibattimento svoltosi questa mattina, lo ricordiamo, la pubblica accusa aveva chiesto una pena di quattro anni di carcere, più un trattamento terapeutico ambulatoriale, mentre la difesa aveva spinto per una pena interamente sospesa con la condizionale.

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