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ITALIACampi Flegrei, il piano di allontanamento: in 350mila dovranno andarsene

29.05.24 - 12:30
Annullate le prove di evacuazione in programma oggi e domani
Depositphotos (wildman)
Campi Flegrei, il piano di allontanamento: in 350mila dovranno andarsene
Annullate le prove di evacuazione in programma oggi e domani

NAPOLI - Erano programmate da mesi, ma non avranno luogo: niente prove di evacuazione giovedì 30 e venerdì 31 maggio a Pozzuoli, nell'ambito del piano comunale di Protezione civile per l'allontanamento dei residenti in caso di eruzione dei Campi Flegrei.

Il motivo del cambio di programma, riferisce il Corriere della Sera, è la necessità di prestare assistenza ai cittadini che lamentano l'inagibilità delle case dopo la scossa di magnitudo 4.4 dei giorni scorsi. Eppure ci sarebbe una concreta necessità di fare queste prove, e l'evento appena verificatosi ne ha dato una dimostrazione concreta. «Ancora non capisco come mai l’80% della popolazione flegrea non conosca il piano di evacuazione» ha dichiarato il presidente della Commissione Protezione civile del Comune di Napoli, il consigliere comunale Nino Simeone. Le notizie sono pubblicate sui siti ma non tutti vanno a leggerle. Per esempio a Pozzuoli, con la scossa di 4.4 la gente non sapeva dove andare e tutti si sono mossi verso un’unica piazza e questo non possiamo consentircelo».

«Il piano di allontanamento è aggiornato e lo abbiamo sviluppato» ha aggiunto Pasquale Di Pace, dirigente comunale a Napoli di Protezione civile. Riguardo la zona rossa 143 mila cittadini andranno via in esodo assistito. Per 200 mila ci sarà un esodo autonomo, usufruendo anche di un contributo di sistemazione. Partiremo a breve con l’installazione delle tabelle nelle aree di emergenza, le aree di attesa sono 17, per l’esodo saranno mobilitati 500 autisti dell’Anm», l'azienda dei trasporti.

Ci sono però delle criticità da risolvere, come fa notare il consigliere Salvatore Guanci: «Abbiamo presentato interrogazioni sulle vie di fuga. Chiediamo che vengano allestiti centri di raduno nelle varie municipalità e che si attrezzino per ospitare i cittadini in caso di scosse».

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