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VAUDSoffoca il figlio col proprio corpo, madre assolta

19.07.22 - 17:00
I giudici hanno concluso che l'imputata non fosse in grado di intendere e di volere al momento dei fatti
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Fonte ats
Soffoca il figlio col proprio corpo, madre assolta
I giudici hanno concluso che l'imputata non fosse in grado di intendere e di volere al momento dei fatti
La donna infatti si era fortemente ubriacata prima del dramma. Ma ciò, è stato stabilito, a causa di una patologia psichiatrica.

LOSANNA  - Nessuna pena nei confronti di una madre che si è addormentata sul suo bambino, asfissiandolo: i giudici del Tribunale di Nyon (VD) hanno ritenuto oggi che la donna, la quale si era fortemente ubriacata prima della tragedia, non fosse responsabile delle sue azioni.

La tragedia si è verificata una mattina del luglio 2020 in un appartamento di Prangins (VD): un altro neonato della donna era morto in circostanze simili nel 2018. Tuttavia, mentre nel primo caso la procedura penale era stata archiviata in quanto non era stato possibile stabilire chiaramente le cause del decesso, nel secondo caso si è arrivati al Tribunale correzionale di La Côte a Nyon.

Al termine del processo, i giudici hanno concluso che l'imputata non fosse in grado di intendere e di volere. La 39enne inglese soffre di disturbi della personalità anche di tipo «borderline», che la portavano, tra l'altro, al consumo eccessivo di alcol.

«A causa della sua patologia, non le era possibile resistere», ha detto la presidente del Tribunale Patricia Cornaz. «I suoi conflitti interni diventavano talmente insopportabili che dovevano essere espulsi», in particolare con abbuffate alcoliche, ha aggiunto, riferendosi ai rapporti degli esperti psichiatrici. «Non si rendeva nemmeno più conto che metteva in pericolo i suoi figli», ha proseguito Cornaz.

Dal punto di vista giuridico, se le condizioni sono soddisfatte per un omicidio colposo, l'imputata deve comunque essere assolta da questo capo d'accusa a causa della sua «irresponsabilità», ha concluso la Corte.

I giudici hanno tuttavia ordinato che la madre continui il suo trattamento ambulatoriale, sia psichiatrico che psicoterapeutico. Tale cura dovrà continuare «per tutto il tempo necessario» al fine di ridurre al minimo il rischio di recidiva, è stato sottolineato. La donna, la settimana scorsa durante l'udienza, aveva evidenziato i meriti del trattamento: in particolare aveva dichiarato di non aver più bevuto una goccia d'alcol dall'ottobre 2020.

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