Novembre, i giorni della memoria

Matteo Muschietti – municipale e sentinella dell'ambiente
Cigola il vecchio cancello che porta al camposanto. Sarà colpa dell'umidità o della ruggine che ha pure segnato il tempo.
In questi giorni il colpo d'occhio è pagante dai mille colori dei fiori che adornano le tombe dando calore. Una giovane donna dalla folta chioma s'accinge a sistemare i crisantemi ancora in bocciolo. Lo fa con delicatezza e con grazia, come se stesse per accarezzare in modo immaginario chi riposa. Il culto dei morti è importante perché vuol dire ricordare chi prima di noi, festoso, correva per i sentieri del mondo. Le giornate si fanno più brevi e il sole nella piana, avviluppato dalla nebbia, con i sui raggi riesce a malapena a forare la densa foschia. Sono giornate dove si ricordano coloro che oggi non ci sono più.
Passeggando tra le tombe ornate a festa, i ricordi balzano davanti e dopo un breve momento di raccoglimento denso di mille emozioni, si apostrofa un sorriso bagnato da una piccola lacrima per ricordare i momenti più belli vissuti con chi oggi non è più con noi. Alla sera, raccolti davanti al camino che brucia enormi ceppi, sprigionando calore, si preparano le castagne, e poi chi crede recita il rosario sgranando la corona con in fondo una croce.
È il momento dove si riflette sulla morte, evento naturale nella nostra vita. Un passaggio obbligato che talvolta ci trova impreparati e porta con sé dolore e sconforto. Ma è bene riflettere perché come dicono le scritte sul muro del piccolo cimitero "Ricordati che devi morire “ e più in là “La morte uguaglia il ricco e il povero“.
Matteo Muschietti – municipale e sentinella dell'ambiente



