La falsa parità del Servizio civico

Gina La Mantia e Maria Bonina, Co-Presidenti Faftplus
L'iniziativa popolare “Per una Svizzera che si impegna (Iniziativa Servizio civico)” in votazione il 30 novembre presenta diversi aspetti critici e problematici. Uno in particolare però la rende inaccettabile a una federazione di associazioni femminili come Faftplus.
All'apparenza affascinante e solidale (chi non vorrebbe partecipare personalmente al benessere del proprio Paese?), si rivela essere in realtà profondamente ingiusta e discriminante nei confronti delle donne. Vengono equiparate agli uomini nei compiti da svolgere e nei doveri da assumere, ma nulla viene proposto per sgravarle delle responsabilità che già appesantiscono le loro mansioni.
È una falsa parità di genere perché sovraccarica di ulteriori impegni, senza ripartire quel lavoro che quotidianamente le donne svolgono a titolo totalmente gratuito. Non solo. Ma a quelle donne che non possono interrompere per motivi familiari i loro doveri nell’ambito dell’assistenza, della cura, del lavoro a domicilio o - soprattutto - dell’educazione, viene imposto loro il pagamento di una tassa per poter essere esonerate. È davvero troppo!
Basterebbero questi motivi per respingere con fermezza questa iniqua iniziativa popolare che offende le donne e impone loro nuovi fardelli senza nulla proporre per tentare di raggiungere una reale parità nella società, nella professione, nella vita privata. Per questo Faftplus invita a votare NO il prossimo 30 novembre.




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