«L’ho chiamata Matilda, ricordatevi il suo nome»

Australia sotto shock: veglie, funerali e commozione per le 15 vittime dell’attacco terroristico a Sydney. Ieri, invece, il dolore e il ricordo dei genitori della vittima più piccola: Matilda.
Australia sotto shock: veglie, funerali e commozione per le 15 vittime dell’attacco terroristico a Sydney. Ieri, invece, il dolore e il ricordo dei genitori della vittima più piccola: Matilda.
SYDNEY - Si chiamava Matilda e aveva solo dieci anni. È lei la vittima più giovane del massacro di Bondi Beach. La piccola, domenica, era in spiaggia con la sua famiglia per la festa ebraica di Hanukkah, quando è stata colpita.
«Arriviamo dall’Ucraina – ha detto ieri durante una veglia suo papà – e l’ho chiamata Matilda perché era la nostra primogenita in Australia. Ho pensato che fosse il nome più australiano che potesse esistere; ricordatevi il suo nome». A parlare anche la madre della bimba: «Non avrei mai immaginato di perdere mia figlia qui - ha detto, distrutta dal dolore, mamma Valentyna, davanti a circa 2 mila persone - Non riesco a immaginare che mostro sia quello che stava su quel ponte (...), ha premuto il grilletto contro di lei».
Nell’attacco terroristico hanno perso la vita altre quattordici persone, ognuna con la sua storia. Tra loro c’è anche la coppia di sposi formata da Boris e Sofia Gurma. È Boris (69 anni) che, in un video diffuso martedì, viene ripreso mentre cerca di disarmare uno dei due terroristi, inutilmente.
Nel dolore di un’Australia in lutto e sotto shock – presa d’assalto la linea di Lifeline per il supporto psicologico – le indagini vanno avanti. Così si apprende che gli attentatori Sajid Akram, 50 anni e Naveed Akram (24), padre e figlio, avrebbero compiuto un viaggio nelle Filippine un mese prima di compiere la mattanza. Fonti giornalistiche affermano che qui avrebbero effettuato «un addestramento di tipo militare», mentre secondo la polizia i due hanno agito perché legati all’Isis. Quanto alla loro sorte, Sajid è stato ucciso da un poliziotto durante l’attentato, mentre Naveed ieri si è risvegliato dal coma.
Oggi i primi riti funebri - Primi funerali a Sydney di alcune delle 15 vittime dell'attacco terroristico di domenica a Bondi Beach. Grande emozione, in particolare, alle esequie del rabbino Eli Schlanger, a cui ha partecipato una folla numerosa, tra cui numerosi politici e autorità.
Schlanger, di 41 anni, padre di cinque figli, era l'organizzatore dell'evento "Chanukkah by the Sea" durante il quale è avvenuto l'attentato. «La nostra comunità ha sofferto, è il nostro 7 ottobre. In proporzione, ecco cos'è. Tante persone e tanti legami con questo posto, tanto dolore, tanta tragedia. E che dire delle persone che sono ancora in ospedale, in fase di recupero?», ha detto durante la cerimonia il rabbino Yehoram Ulman, suocero della vittima.
Incriminato Naveed Akram - Infine, oggi si apprende che la polizia ha incriminato Naveed Akram, uno dei due presunti killer di Bondi Beach, per terrorismo, oltre che per 15 capi d'accusa di omicidio e altre 40 imputazioni per lesioni personali gravi con intento di omicidio. «La polizia sosterrà in tribunale che l'uomo ha tenuto una condotta che ha causato morti, feriti gravi e messo in pericolo vite umane per promuovere una causa religiosa e incutere timore nella comunità», ha dichiarato la polizia dello Stato del Nuovo Galles del Sud.
«I primi indizi indicano un attacco terroristico ispirato dall'ISIS, un'organizzazione terroristica inserita nell'elenco delle organizzazioni terroristiche in Australia», hanno affermato in una nota.







Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!