Quando la pressione alta inizia presto, il "conto" arriva più tardi

I casi di ipertensione nei più piccoli sono esplosi negli ultimi 20 anni. L'esperto: «Le conseguenze nello sviluppo emergono solo dopo diversi anni».
BELLINZONA - C’è chi crede sia un problema che riguarda solo gli anziani, ma non è così. E i dati della rivista scientifica The Lancet Child & Adolescent Health lo confermano: il numero di bambini e adolescenti sotto i 19 anni che soffrono di ipertensione nel mondo è quasi raddoppiato dagli inizi del 2000 a oggi.
La situazione ticinese - E il Ticino non fa eccezione. «Non disponiamo di dati epidemiologici specifici per il Ticino», ci spiega Giacomo Simonetti, primario e direttore medico e scientifico dell’Istituto pediatrico della Svizzera italiana dell’EOC. «Non c'è però motivo di pensare che il nostro cantone si comporti in maniera diversa».
Insomma, «possiamo dire con molta sicurezza che anche il Ticino segue questa tendenza». Ma andiamo al punto: quali sono le cause? «L’aumento dell'obesità è sicuramente uno dei fattori di rischio». Non è però l’unico fattore che contribuisce a questo incremento, conferma il dottore. «I bambini che nascono con un peso basso e in prematurità sono più soggetti a sviluppare una pressione alta nei primi anni di età. Quindi se aumenta il numero di bambini prematuri o il numero di neonati con un basso peso alla nascita, aumentano di conseguenza i casi di ipertensione».
Le cause - E poi c’è un dato statistico da non sottovalutare. «Oggi assistiamo a un'attenzione e a una sensibilità maggiore verso questo fattore. Si misura la pressione più frequentemente rispetto a 20 o trent'anni fa. E questo può aver contribuito all'aumento dei casi».
L’ipertensione quindi non riguarda, come l’immaginario collettivo spesso crede, unicamente le fasce più anziane della popolazione. «È chiaro che i numeri sono completamente diversi. Sopra i cinquant'anni almeno un buon 20-30% delle persone ha la pressione alta. Nei bambini e nei ragazzi parliamo di una prevalenza che dal 3 è passata al 6%».
Il 6% - Anche se la percentuale è bassa, considerando tutti i bambini, è comunque un numero rilevante. «Esatto, lo studio dice che nel 2020 il 6% dei bambini ha una pressione alta. Facendo due calcoli, se in Ticino ci sono circa 50mila bambini in età scolastica (da 0 a 18 anni) significa che abbiamo circa 3mila bambini con la pressione alta».
Non è però detto che i valori alti misurati dal medico si riscontrino anche a casa oppure a scuola. «Esiste infatti l’ipertensione da camice bianco, cioè quando il bambino è un po’ agitato quando si reca presso lo studio medico. Quello che facciamo sempre nei bambini è la cosiddetta misurazione della pressione sulle 24 ore. Quando viene segnalata una pressione alta, la misurazione viene ripetuta per tre volte. Se il risultato è sempre lo stesso applichiamo un apparecchio che permette di misurare la pressione nell’arco di 24 ore».
L'impatto dell'alimentazione - Ma su un aspetto non si scappa: lo stile di vita e l’alimentazione condizionano fortemente il rischio di sviluppare un'ipertensione. «La sedentarietà, cioè non fare movimento, lo stile di vita e l'alimentazione (quest’ultima non solo quantitativa dal punto di vista delle calorie, ma anche qualitativa), hanno un impatto importante. Si calcola che tra i bambini obesi quasi uno su cinque (il 20%) abbia la pressione alta. Per esempio, sappiamo che mangiare tanto sale fa aumentare la pressione».
Dopo la diagnosi, inizia il trattamento. Quali sono però le conseguenze, gli strascichi, che il bambino si porta dietro nel suo sviluppo malgrado l’inversione della rotta? «Innanzitutto il compito del pediatra è la prevenzione. Fin dalla nascita si spiega ai genitori quali sono le corrette abitudini alimentari per evitare i fattori di rischio. In caso di obesità bisogna far capire che il peso e la pressione alta sono legati. Si avvia quindi un processo per stabilizzare il peso in modo da migliorare la pressione arteriosa».
Gli strascichi da non sottovalutare - In caso di pressione alta in giovane età, è probabile che rimanga anche in età adulta. Sappiamo inoltre che avere la pressione alta già da bambino può alterare i vasi sanguigni. Le conseguenze? I vasi sanguigni diventano più rigidi, le pareti si ispessiscono favorendo lo sviluppo di un'arteriosclerosi. I problemi però non emergono subito, ma ci vogliono anni. Le conseguenze, insomma, le notiamo quando i ragazzi sono ormai già adulti.
«Tutte le caratteristiche di una persona adulta vengono determinate in età pediatrica, addirittura già quando il feto è ancora nella pancia della mamma. Il fatto che il peso basso alla nascita possa far venire la pressione alta può avere delle ripercussioni quando si hanno 50 o 60 anni. Un concetto che si riassume molto bene nella citazione del poeta britannico William Wordsworth: “Il bambino è il papà dell’uomo”».



