«Mio fratello mi ha detto "Non ha più senso parlare. Dobbiamo ucciderla"»

Parla il 45enne srilankese che nel settembre 2024 a Chiasso ha ucciso sua moglie. Lei aveva relazioni extraconiugali e voleva lasciarlo: «Ero geloso».
Parla il 45enne srilankese che nel settembre 2024 a Chiasso ha ucciso sua moglie. Lei aveva relazioni extraconiugali e voleva lasciarlo: «Ero geloso».
LUGANO - «La decisione di uccidere mia moglie non è stata mia, ma di mio fratello. Io non sapevo cosa fare, lui mi ha dato una soluzione e io ho acconsentito». A dirlo, oggi alle Assise criminali di Lugano, è il 45enne srilankese che l'11 settembre 2024 a Chiasso ha ucciso la moglie 40enne.
L'uomo è reo confesso. Il fratello 50enne, che gli avrebbe suggerito di assassinare la donna e avrebbe ricoperto una parte attiva nel soffocamento, respinge invece ogni addebito.
«Lei aveva relazioni extraconiugali, ma io la perdonavo» - «Io mia moglie ci siamo conosciuti nel 2010 tramite Skype. Io ero a Zugo e lei a Chiasso», ha raccontato il 45enne in aula. «Ci siamo sposati nel 2019 e all'inizio il matrimonio andava bene, ma poi ho saputo che aveva relazioni extraconiugali. Lei mi ha confermato che andava con altri uomini, ma io non potevo fare nulla perché avevo bisogno di lei. Io la amavo tanto e lei mi diceva "ho fatto un peccato, ti prego perdonami e stiamo insieme". E io la perdonavo».
«Il mio mondo era con lei» - Tra il 2023 e il 2024, però, le cose sembrano cambiare. Il 45enne viene a sapere che la moglie ha una nuova frequentazione e lei gli dice che se ne sarebbe andata via insieme alla figlia. «Il mio mondo era con lei, erano loro, era come se dovessi morire. Comunque io non ci ho creduto», ha commentato l'uomo.
«Stavo vivendo una vita inutile» - Ma la prospettiva di una separazione diventa sempre più reale. Nell'agosto del 2024, durante una vacanza a Parigi, la moglie alloggia presso l'abitazione dell'amante. E l'amante, tra fine agosto e inizio settembre 2024, alloggia per diversi giorni nel loro appartamento di Chiasso, dormendo insieme alla 40enne. «È venuto a casa nostra. Stavo vivendo una vita inutile».
«Ma se era una situazione così ingestibile come mai non ha fatto niente per risolverla, mandando via lui, lei o entrambi?», lo ha incalzato il giudice Amos Pagnamenta. «Chiedevo a me stesso cosa potessi fare e ho pensato al suicidio. Avevo poi una speranza che mia moglie cambiasse idea...in quel periodo mio fratello voleva venire a parlare a entrambi per farci rimanere insieme».
«Avevo pensato di uccidere anche l'amante» - Allo stesso tempo, nella mente del 45enne, emergono dei piani a dir poco sinistri. «Avevo pensato di uccidere l'amante, oppure sia mia moglie che lui. Avevo comprato un coltello per questo, ma poi ho pensato alla situazione di mia figlia e ho rinunciato».
«Mi ha detto "non ha più senso parlare"» - E qui, stando al 45enne, entra in gioco il fratello. «Prima aveva detto che voleva parlare per far restare insieme me e mia moglie, ma dopo ha detto che non aveva più senso parlare e che bisognava ucciderla. Mi ha detto "quando va via l'amante dimmelo che vengo". Io non sapevo cosa fare, volevo solo salvare mia figlia. Non avevo altri pensieri in quel momento. Lui mi ha dato una soluzione e io ho acconsentito».
«Non ha pensato di dire no?», insiste il giudice. «Avevo paura che portasse via mia figlia e che io rimanessi da solo. Ero anche geloso. Quindi mi andava bene».
Le ombre della cultura srilankese - «Nella sua cultura quali sono le conseguenze per il coniuge che tradisce?», chiede ancora Pagnamenta. «Oggi non so, ma in passato la persona veniva uccisa tramite sgozzamento».
Si parla poi del giorno dei fatti. «Mio fratello mi ha detto "Okay andiamo a ucciderla". Io ho detto "Ho paura, non ce la faccio". Lui appena entrato nella stanza si è messo sopra di lei e ha bloccato la faccia. Io quindi ho tenuto i piedi. Lui ha preso un sacchetto e l'ha messo in testa a mia moglie. L'ha tenuto lì cinque minuti. Dopo mi ha detto "È finita, è morta", e io mi sono messo a piangere».
Il finto attacco di cuore - A quel punto i due avrebbero inscenato una morte naturale, sistemando il corpo in una posizione di riposo e coinvolgendo la figlia nella scoperta del cadavere. «Mio fratello mi ha detto cosa fare dopo: mandare mia figlia a "svegliare" la madre e chiamare l'ambulanza. Ha detto che la polizia non avrebbe mai scoperto nulla».
«Ma lei non ha pensato che sarebbe stato crudele far scoprire a sua figlia la mamma morta?», ha chiesto Pagnamenta all'imputato. «Io stavo male, ma se avessimo fatto risultare che l'avevo trovata io sicuramente tutti avrebbero pensato che l'avevo uccisa. Non sapevo cosa fare in quel momento».
Insieme in carcere, ma non si rivolgono la parola - Intanto, in carcere, i due fratelli non si rivolgono la parola. Il 45enne accusa infatti il fratello di voler scaricare tutta la colpa su di lui. «Mi diceva "perché dobbiamo stare tutti e due in prigione? Accetta tu tutte le accuse così almeno una persona sta fuori". E andava a dire a tutti che io ero colpevole e lui innocente».
Completamente diversa la versione del fratello 50enne, che nega ogni coinvolgimento. «In carcere mio fratello mi è venuto a dire che ora non gli avrebbero più dato la figlia. Io gli ho detto che non ho fatto niente e che lui doveva raccontare tutto e lui mi ha risposto che io a quel punto dovevo rimanere lì con lui».





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