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AURIGENO/ LUGANO

Delitto di Aurigeno, richiesta la detenzione a vita per il killer

Ad avanzarla è il procuratore pubblico Roberto Ruggeri. Ipotesi di diversi anni di carcere anche per le altre due persone coinvolte.
Rescue Media
Delitto di Aurigeno, richiesta la detenzione a vita per il killer
Ad avanzarla è il procuratore pubblico Roberto Ruggeri. Ipotesi di diversi anni di carcere anche per le altre due persone coinvolte.

AURIGENO/ LUGANO - Secondo giorno del processo per il delitto di Aurigeno, in corso a Lugano. Siamo a un primo momento chiave. Arriva la richiesta di pena per i tre protagonisti della vicenda da parte del procuratore Roberto Ruggeri, rappresentante della pubblica accusa.

Il duo della pistola – Si parte dalla donna che ha fatto da tramite affinché lo sparatore trovasse una pistola con cui è stato ucciso il "rivale" in amore, fatto poi effettivamente verificatosi l'11 maggio 2023: «Chiedo 7 anni di detenzione». Ancora più pesante la richiesta per il "venditore": «Dieci anni di detenzione».

«Accettato qualsiasi rischio» – Ruggeri commenta: «Si sono entrambi distanziati dalle rispettive responsabilità. Sapevano entrambi dell'ossessione del 44enne per l'uomo che stava con la sua ormai ex moglie. Hanno accettato qualsiasi rischio. Sono complici in assassinio per dolo eventuale».

«Lo sparatore non ha avuto scrupoli» – Si passa poi al 44enne che quel giorno ad Aurigeno ha consumato la sua folle vendetta. «Non ha avuto scrupoli – dice Ruggeri –. Ha incarnato quel demone che teneva dentro di sé. La sua colpa è estremamente grave. Se ne è fregato di tutto. Ha pianificato. Ha scelto i tempi. Ha coinvolto terze persone. Ha inseguito un uomo disarmato che era in compagnia del figlio. Ha sparato ben tre colpi alle spalle del custode, con una traiettoria dal basso verso l'alto. Lo ha fatto in un contesto scolastico. Avrebbe potuto e dovuto desistere. Almeno per i figli del custode, già orfani di madre. Oppure per le sue stesse figlie».

«Disprezzo per la vita altrui» – Così non è stato. «Nell'imputato principale vedo un totale disprezzo della vita altrui. Il suo comportamento è inaudito. Era lui a esasperare il custode. Non il contrario. Solo in tre occasioni sull'arco di tanti mesi il custode non è stato così educato».

Messaggi in cui si chiedeva pace – Due mesi prima di essere assassinato il custode aveva chiesto al suo futuro carnefice di non essere più molestato. Gli aveva anche gentilmente suggerito di pensare alle sue figlie. «L'accusato – afferma il procuratore pubblico – ha dato prova di essere privo di qualsiasi valore morale».

«Assassinio» – Ruggeri avanza dunque la sua richiesta alla Corte delle Assise Criminali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta. «Qui bisogna parlare della pena massima relativa all'assassinio. Chiedo la pena detentiva a vita per il 44enne».



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