Accusato di una valanga di reati: il suo "curriculum" è da brividi

L'identikit del 33enne che ha venduto l'arma utilizzata nel delitto di Aurigeno. Già diverse le sue esperienze in carcere in passato.
LUGANO/ BELLINZONA - Nato in Kosovo nel 1991, si è poi trasferito in Svizzera. Dal 2016 non lavora più ed è in assistenza. «Ha vissuto di sotterfugi. Il suo è stato un continuo delinquere». Così il procuratore pubblico Pablo Fäh descrive il 33enne residente nel Bellinzonese accusato di avere venduto a un 44enne residente nel Locarnese l'arma con cui l'11 maggio 2023 ha ucciso il custode delle scuole dei Ronchini di Aurigeno, suo "rivale" in amore.
Permessi falsi – Tra il 2014 e il 2015 il "venditore" avrebbe procurato permessi falsi a diversi cittadini stranieri. Utilizzando anche la sua ditta per poi allestire finti certificati di lavoro e di residenza. «In questo modo avrebbe ingannato la Segreteria della migrazione», ricorda Fäh all'inizio del secondo giorno di processo per il dramma di Aurigeno.
Al centro commerciale – E si arriva così ad alcuni tentativi di furto con scasso. «In particolare in un centro commerciale di Sant'Antonino, nel 2019». Nell'atto d'accusa qua e là si parla anche di danneggiamento, in parte aggravato, di violazione di domicilio e di violazione di domicilio tentata. Ma, più avanti, anche di appropriazione indebita, di falsità in documenti, di truffa. Un mix infinito di reati.
Aiutava a commettere furti – Non è tutto. Il 33enne è anche accusato di complicità in furto aggravato ripetuta. Per avere aiutato intenzionalmente altri a commettere furti e tentativi di furto con scasso in abitazioni e locali commerciali. Secondo la pubblica accusa, lui faceva da palo oppure metteva a disposizione auto e telefoni affinché tutto andasse "bene". I fatti risalgono al periodo tra il 27 novembre del 2020 e il 27 maggio del 2023 in diverse località ticinesi.
Un lungo "curriculum" – Sono oltre una ventina i capi d'accusa contro il 33enne. E diventa complicato elencarli tutti. Lo stesso Fäh ammette: «Troppi gli episodi che lo vedono coinvolto. E tutte le volte diceva di essere coinvolto per caso». Sul "curriculum" dell'uomo alla sbarra spiccano anche l'ottenimento illecito di prestazioni di un'assicurazione sociale o dell'aiuto sociale, le minacce ripetute alla moglie, un'infrazione grave alle norme della circolazione. Così come l'infrazione e la contravvenzione ripetuta alla legge federale sugli stupefacenti.
In carcere a più riprese – Il 33enne, difeso dall'avvocato Gianluigi Dellasanta, ha già vissuto diverse esperienze carcerarie: la prima tra il 7 febbraio e il 19 aprile del 2017, la seconda tra il 6 e il 16 agosto del 2019, la terza tra il 28 luglio e il 20 dicembre del 2023. E fin qui sono 229 giorni. Attualmente si trova in stato di esecuzione anticipata della pena dal 21 dicembre del 2023.
La pistola portata dall'amico – E la famosa pistola con cui è stato ucciso il custode delle scuole di Aurigeno? Il 33enne sostiene di averla ricevuta da un amico che l'avrebbe lasciata a casa sua. E di non essersi interessato più di tanto all'arma, tanto da non sapere nemmeno se ci fossero le munizioni. È anche convinto di averla venduta non direttamente allo sparatore. Bensì alla donna che ha fatto da intermediaria.
«Colpe gravi» – «Le colpe del 33enne per tutto quanto ho elencato – precisa Fäh – sono gravi. Ha sempre cercato di sminuire i fatti. La commisurazione della pena spetterà al procuratore pubblico Roberto Ruggeri, comprendendo anche il suo ruolo nel delitto di Aurigeno».