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LUCERNA / GRIGIONI

Multata per un viaggio mai fatto

Senza biglietto su un bus a Lucerna, ma lei si trovava a Davos: la vicenda di una grigionese riaccende il dibattito sulla sicurezza nei controlli SwissPass.
Deposit Photos
Fonte Srf
Multata per un viaggio mai fatto
Senza biglietto su un bus a Lucerna, ma lei si trovava a Davos: la vicenda di una grigionese riaccende il dibattito sulla sicurezza nei controlli SwissPass.

LUCERNA / GRIGIONI - Una donna residente a Davos è stata accusata di aver viaggiato senza biglietto a Lucerna e, per questo motivo, si è vista recapitare un «supplemento» di 100 franchi svizzeri da parte delle Aziende di trasporto pubblico di Lucerna (VBL). Peccato però che quel giorno, il 25 luglio scorso, la donna si trovasse a Davos per lavoro e, la sera, avesse partecipato a un evento aziendale. Il sospetto è dunque che qualcuno si sia spacciato per lei, appropriandosi della sua identità.

Dopo aver ricevuto la multa spiega la Srf - la donna contatta immediatamente le VBL, che però escludono qualsiasi errore. Secondo quanto riferito da un dipendente all’interessata, l’autenticazione avviene tramite SwissPass e, di conseguenza, non può esserci stato uno scambio di persona.

Furto di identità? - Con il supporto del proprio datore di lavoro, la donna riesce però a dimostrare che quel mercoledì pomeriggio era effettivamente in servizio a Davos. A quel punto le VBL le inviano una copia della ricevuta originale della contravvenzione. Ed è qui che arriva la sorpresa: sul documento figurano tutti i suoi dati personali: nome, numero di telefono, indirizzo, data di nascita e persino l’indirizzo e-mail.

Resta tuttavia poco chiaro come tali informazioni siano state raccolte. Non è possibile stabilire se il controllore le abbia annotate personalmente o se sia stata la viaggiatrice senza biglietto a fornirle. Su richiesta di SRF, le VBL hanno dichiarato di non essere più in grado di ricostruire l’accaduto.

Il fatto inquietante è che, con quella ricevuta in mano, la persona che ha viaggiato senza biglietto dispone ora di tutti i dati sensibili della donna di Davos. «Se questa persona dovesse combinare un altro guaio, potrebbe facilmente fingersi me», racconta la vittima ai microfoni di SRF. L’identità della sconosciuta rimane ignota.

La multa è stata annullata - Nel frattempo, la multa è stata annullata. La vicenda solleva però numerosi interrogativi: è davvero sufficiente un semplice confronto con la foto dello SwissPass per identificare una persona? In un’epoca in cui, grazie all’intelligenza artificiale e ai motori di ricerca, è facile trovare qualcuno con tratti simili, il rischio di abuso appare evidente. Inoltre, la donna non comprende come sia possibile rilasciare ricevute contenenti così tanti dati sensibili senza una verifica certa dell’identità.

Dal canto loro, le VBL non hanno saputo chiarire se si sia trattato di una negligenza da parte del controllore o di un vero e proprio caso di furto d’identità. Secondo quanto dichiarato da loro, così come da Alliance SwissPass, l’identificazione basata unicamente sulla foto dello SwissPass non è una pratica abituale.

Rimangono tanti dubbi - In linea generale, spiegano, la persona controllata è tenuta a fornire e compilare i propri dati personali. Qualora non sia in grado di identificarsi, le informazioni vengono sottoposte a ulteriori verifiche, attraverso domande di sicurezza e, in caso di dubbi, con il supporto della polizia dei trasporti.

Ma quindi si tratta di un episodio isolato o di un segnale d’allarme? La donna grigionese, coinvolta suo malgrado nella vicenda, è convinta che nei trasporti pubblici sia necessario rivedere e aggiornare con urgenza le procedure di controllo. A suo avviso, in un contesto sempre più esposto a frodi e furti di identià resi possibili dalle nuove tecnologie digitali e dall’intelligenza artificiale, gli attuali sistemi non offrono sufficienti garanzie. Di tutt’altro parere è invece Alliance SwissPass, che non ritiene indispensabili modifiche o correttivi.

L’associazione di categoria, inoltre, non fornisce spiegazioni sul motivo per cui nelle ricevute vengano riportate così tante informazioni sensibili. Le VBL fanno invece sapere di aver colto l’occasione per rafforzare la formazione e la sensibilizzazione del proprio personale in seguito all’incidente.

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