Educazione finanziaria a scuola: «Il Gran Consiglio raccoglie la spinta del PLR»

Soddisfazione per l’adozione del rapporto della Commissione formazione e cultura sull’iniziativa “Educare la gioventù alla gestione responsabile delle finanze personali”.
BELLINZONA - Il PLR saluta con soddisfazione l’adozione in Gran Consiglio del rapporto della Commissione formazione e cultura sull’iniziativa “Educare la gioventù alla gestione responsabile delle finanze personali”, sostenuta da Simona Genini.
«Con la nostra iniziativa - si legge in una nota del partito - abbiamo portato in Parlamento e nel Paese un tema che riguarda direttamente la libertà e
l’autonomia dei giovani: saper gestire un budget, capire cosa significa indebitarsi, orientarsi tra risparmio, consumi e scelte che pesano nel tempo. Non è teoria: in Svizzera solo il 57% della popolazione dispone di una buona alfabetizzazione finanziaria e tra i 18 e i 24 anni l’indebitamento riguarda circa il 38% dei giovani».
Ora il PLR chiede al Consiglio di Stato «di fare, entro un anno, un punto della situazione sull’educazione finanziaria nelle scuole ticinesi, valutare l’efficacia dei progetti in corso e indicare misure di rafforzamento con un aggiornamento biennale».
«È esattamente il cambio di passo che volevamo - prosegue - più conoscenza, più verifica dei risultati e miglioramento continuo. Oggi i ragazzi sono esposti a comprare con pochi clic, influencer e modelli di consumo aggressivi: la scuola deve aiutare a capire e a scegliere, senza moralismi ma con strumenti pratici e utili per ognuno».
Il PLR «continuerà a spingere perché questa priorità resti in agenda e produca effetti concreti nelle classi, aggiornando costantemente il mondo della scuola alle necessità della società».
Simona Genini, iniziativista per il PLR, ha affermato che «questo è uno di quei temi che, al di fuori del Palazzo, non devo quasi spiegare: tutti ne percepiscono la necessità. Genitori, insegnanti, giovani lavoratori, persone in difficoltà e persino ex sportivi di livello internazionale mi hanno detto, in questi mesi, la stessa cosa: stiamo insegnando troppo tardi e troppo poco su come gestire
il denaro».



