Dal cantiere al tribunale: simulava incidenti e reclutava complici

La vicenda riguarda un operaio ora accusato di frode professionale e riciclaggio di denaro. L’uomo avrebbe reclutato amici e parenti per ingannare la Suva.
SAN GALLO - Prima il piede, poi la caviglia e infine la testa. È la sequenza degli infortuni denunciati da un operaio portoghese tra marzo 2021 e aprile 2022. Ma la sfortuna, in questa vicenda, sembra avere ben poco a che fare. L’uomo dovrà infatti comparire mercoledì prossimo davanti al tribunale di San Gallo, dove è accusato di frode professionale e riciclaggio di denaro. Lo anticipa il Tages-Anzeiger.
Tanta sfortuna? - Secondo il quotidiano svizzero-tedesco, l’operaio avrebbe simulato diversi incidenti sul lavoro per ottenere risarcimenti indebiti dalla Suva. Tra certificati medici, periodi di inabilità al lavoro e indennità giornaliere, avrebbe incassato oltre 100mila franchi.
L’uomo avrebbe già ammesso i fatti e accettato l’accusa. Il Ministero pubblico di San Gallo dovrà ora chiarire alcuni aspetti legati alle persone coinvolte.
Il raggiro - Dopo un primo presunto incidente avvenuto a Zurigo nel 2021, secondo la Procura l’uomo avrebbe iniziato a reclutare conoscenti e parenti, dando vita a un vero e proprio sistema di raggiri. Grazie alle sue conoscenze nel settore edile, avrebbe procurato loro impieghi temporanei in diversi cantieri svizzeri, spiegando poi come simulare infortuni dopo pochi giorni di lavoro, allo scopo di ingannare medici e assicurazioni.
I complici - I casi citati dall’accusa sono numerosi. Nel Canton Argovia, una persona avrebbe ottenuto il riconoscimento dell’invalidità già il primo giorno di lavoro, dopo un presunto incidente con delle pietre. A Zurigo, un operaio edile avrebbe dichiarato di essere scivolato mentre si recava in bagno, sempre il primo giorno, ferendosi alla spalla sinistra. In Liechtenstein, un altro uomo sarebbe caduto da due metri di altezza in una cava di ghiaia. In un altro episodio, un lavoratore avrebbe lamentato problemi alla spalla dopo una caduta con la carriola.
L’atto d’accusa menziona complessivamente 14 presunti complici, residenti in Svizzera e all’estero. Anche per loro vale la presunzione di innocenza fino a una condanna definitiva. Secondo le stime della Procura, il danno complessivo ammonterebbe a quasi 600mila franchi, versati indebitamente dalle assicurazioni.



