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In vacanza in Ticino, segue una donna e la aggredisce sessualmente

Condannato per coazione sessuale un 23enne del Liechtenstein. L'episodio risale all'agosto del 2024.
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In vacanza in Ticino, segue una donna e la aggredisce sessualmente
Condannato per coazione sessuale un 23enne del Liechtenstein. L'episodio risale all'agosto del 2024.

LUGANO - «Mi dispiace. Prometto che non succederà mai più». A dirlo, oggi alle Assise criminali di Lugano, è stato un 23enne del Liechtenstein che, giunto in Ticino per una breve vacanza, ha aggredito sessualmente una donna per strada. L'episodio è avvenuto a Massagno lo scorso 10 agosto 2024.

«I fatti sono stati ammessi», ha detto la giudice Monica Sartori-Lombardi, che ha condannato il giovane a due anni di detenzione sospesi con la condizionale per tre anni.

A questo si aggiunge l'obbligo di sottoporsi a un trattamento ambulatoriale con psicoterapia e interventi psicofarmacologici, controlli a sorpresa per l'astensione dall'alcol e il divieto assoluto di contattare la vittima. Alla donna, infine, spetta un risarcimento per torto morale pari a 7'000 franchi.

La Corte si è allineata alla pena proposta dalle parti, che avevano trovato un accordo, estendendo però il periodo della condizionale da due a tre anni.

«L'ha seguita per ben 20 minuti» - «Pesa il fatto di aver seguito la vittima per ben 20 minuti, di averla aggredita nei pressi della sua abitazione e la brutalità del suo agire», ha sottolineato la giudice. «L'imputato ha agito per motivi egoistici, per assecondare i propri impulsi. A suo favore va comunque conosciuta la scemata imputabilità di grado lieve-medio rilevata dal perito psichiatrico, la sua giovane età e il sincero pentimento».

La notte di quel 10 agosto il giovane, che ha ammesso tutto, ha pedinato la vittima e l'ha aggredita, poi le ha tappato la bocca e l'ha trascinata a lato dello stabile. Lì si è messo a cavalcioni su di lei, bloccandole braccia e gambe, si è masturbato e l'ha toccata nella zona intima.

L'allora 21enne ha desistito solo quando la donna è riuscita a colpirlo nelle parti intime e a gridare: a quel punto l'ha lasciata andare e lei si è data alla fuga.

«Mi vergogno di quello che ho fatto» - «Non esco da mesi perché mi vergogno di quello che ho fatto», ha detto in aula il 23enne, che soffre di una turba psichica. Secondo quanto da lui dichiarato quella notte era inoltre molto ubriaco: «Ho bevuto due o tre mojito, due caipirinha e due birre».

«Anch'io sono stato molestato» - Poi, il colpo di scena. «Capisco come si può sentire la vittima», ha detto. «E questo più di quanto ci si possa immaginare, perché io stesso a 16 anni sono stato molestato. Sono stato toccato nelle parti intime da un uomo».

«Questa è però una novità...non l'ha detto nemmeno al perito questo», ha osservato la giudice.

«No, perché avevo paura che mi venisse un attacco di panico...l'ho detto però all'avvocatessa che mi segue in Liechtenstein», ha replicato lui.

«È grave» - La parola è quindi passata alla procuratrice pubblica Anna Fumagalli: «L'imputato ha aggredito la vittima dopo averla inseguita per ben 20 minuti, il che è grave. I fatti comunque sono ammessi, la qualifica giuridica altrettanto, e la pena proposta tiene conto della condizione di questo ragazzo, che è affetto da una turba psichica. Va inoltre considerata la scemata imputabilità di grado lieve-medio».

«Inquietante» - Più preoccupata l'avvocata Demetra Giovanettina, rappresentante legale della vittima. «La mia assistita ha subito un pedinamento e un'aggressione sessuale, in piena notte, da parte di uno sconosciuto. E va precisato che l'imputato è stato incastrato solo grazie ai movimenti della sua carta di credito e ai filmati della videosorveglianza. Io comunque oggi non mi sento tranquilla come vorrei, perché nel comportamento da lui assunto quella notte c'è un qualcosa di non spiegato. L'imputato ha parlato di un blackout e si è nascosto dietro all'influsso dell'alcol. Ma sono inquietanti la tenacia e la perseveranza che ha avuto quella notte. Solo il tempo ci dirà qual è la verità in questa storia, e se quell'episodio è stato davvero isolato. Intanto però l'accaduto ha impattato pesantemente sulla mia assistita, che ha subito un atto violento, invasivo e traumatico».

«È terrorizzato all'idea di tornare in carcere» - Di tutt'altra opinione l'avvocato Paolo Bernasconi, difensore del 23enne. «Il carcere preventivo, in questo caso, ha avuto il suo effetto di prevenzione speciale. Perché questo ragazzo è terrorizzato all'idea di tornarci. Sottolineo poi che ci troviamo di fronte a una persona che si pente sinceramente per quanto è successo».

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