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AURIGENO/ LUGANO

«Pronto a risarcire i figli del custode che ho ucciso»

È il pensiero espresso dall'autore del delitto dei Ronchini. Intanto di lui la perizia dice che il rischio di recidiva potrebbe essere elevato.
Ti-Press (archivio)
«Pronto a risarcire i figli del custode che ho ucciso»
È il pensiero espresso dall'autore del delitto dei Ronchini. Intanto di lui la perizia dice che il rischio di recidiva potrebbe essere elevato.

AURIGENO/ LUGANO - «Ai figli e alla famiglia del custode ucciso sono pronto a dare qualsiasi risarcimento. Assolutamente. Anche più di quanto chiesto, se Dio mi concederà la grazia. Mi domando però perché devo risarcire la mia ex moglie». L'autore del delitto alle scuole dei Ronchini di Aurigeno non usa mezzi termini con l'avvocata Giorgia Maffei, rappresentante dell'accusa privata. Il giudice Amos Pagnamenta, che presiede la Corte delle Assise Criminali di Lugano, ascolta in silenzio.

Disturbo di personalità misto – Il primo giorno di processo che vede il 44enne alla sbarra con l'accusa principale di assassinio si chiude così. Con una riflessione anche in merito alla perizia psichiatrica effettuata dagli specialisti. Una perizia che parla di disturbo di personalità misto.

Indicazioni chiave – «Non era scemata la capacità di agire – indica il giudice –. Vi è inoltre un rischio elevato che l'imputato possa commettere ancora episodi simili. Rischio che potrebbe essere ridotto sul lungo periodo. In Ticino la soluzione possibile è quella della detenzione carceraria con un'idonea presa a carico».

«Non mi riconosco» – L'imputato tuttavia non ci sta. E rivela il suo personale punto di vista sulla questione. «È stato un periodo pesante. Sono crollato. Lo ammetto. Ma non mi riconosco nella perizia psichiatrica. Per me il problema era un altro. In questo momento in carcere sto facendo il possibile con la psichiatra di riferimento, penso di avere ritrovato un piccolo equilibrio. Non è tuttavia facile perché c'è sempre il peso di quanto ho fatto».

Gli altri due imputati – Alle sue spalle la donna che ha fatto da tramite per fargli avere una pistola continua a guardare nel vuoto. L'uomo che invece ha venduto la Glock si vede sciorinare da parte del giudice una lunga serie di reati collaterali. Due persone separate da pochi metri, che si sono fatte coinvolgere in una storia orribile per un pugno di franchi. E chissà cosa passerà ora per le loro teste. Il dibattimento riprenderà domani, martedì.


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