Slogan provocatori della GISO contro i ricchi scatenano indignazione e una denuncia penale per istigazione alla violenza
LUGANO - “Far scoppiare i ricchi, distribuire i patrimoni”. E poi, “I ricchi saranno mangiati sulla strada”. Sono due slogan partoriti da Juso Schweiz, ovvero la Gioventù Socialista Svizzera (GISO), pubblicati sul profilo Instagram alcuni giorni fa in vista della festa del primo maggio.
Slogan e messaggi che stanno facendo il giro della rete e stanno indignando parecchi utenti. Sul contenuto dei messaggi si è espresso dalle colonne del Blick il presidente dei Giovani Liberali, Jonas Lüthy (22), che si è detto scioccato dal post su Instagram: «Il linguaggio dei GISO testimonia una radicalizzazione preoccupante, divisiva, misantropica e che esalta la violenza».
Dal Ticino è partita contro la Gioventù Socialista Svizzera una denuncia penale depositata oggi alle 14:50 presso il Ministero pubblico. Denuncia partita da un avvocato di Lugano. «La Giso - viene spiegato nella denuncia - è un’associazione che raduna i giovani simpatizzanti d'area socialista. Purtroppo, da anni si distingue per essere un po’ il braccio estremista del PS, a cui i grandi lasciano assumere regolarmente comportamenti poco consoni alle nostre regole».
Per l'avvocato luganese i messaggi diffusi sui social e distribuiti in giro configurano «il reato di pubblica istigazione a violenza, articolo 259 CP, secondo cui chiunque pubblicamente istiga a commettere un delitto implicante atti di violenza contro persone o cose o a commettere un crimine, è punito con una pena detentiva fino a tre anni o con una pena pecuniaria».
Per il denunciante le due immagini contengono «proclami radicali incitanti a commettere atti di violenza nei confronti dei ricchi. E tali possono essere già - negli occhi dei giovani volenterosi qui denunciati - quelli che siedono in un ristorante di lusso, o che guidano una vettura di alta gamma, o ancora che indossano un orologio di marca. Come buon contribuente mi sento direttamente toccato da questa minaccia. Il confine del lecito è superato».