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«Sparavano, e noi sotto le sdraio a ripararci dai proiettili»

Il drammatico racconto del bellinzonese Fabrizio Pizio in vacanza con la famiglia nei giorni di Natale sull'isola di San Andres, nel Caribe colombiano. «Altro che luogo sicuro, il giorno prima hanno assassinato una persona a 15 metri dal nostro aparthotel».
Foto FB
«Sparavano, e noi sotto le sdraio a ripararci dai proiettili»
Il drammatico racconto del bellinzonese Fabrizio Pizio in vacanza con la famiglia nei giorni di Natale sull'isola di San Andres, nel Caribe colombiano. «Altro che luogo sicuro, il giorno prima hanno assassinato una persona a 15 metri dal nostro aparthotel».

BELLINZONA/SAN ANDRES - Colpi di pistola, urla e gente terrorizzata che fugge dalla spiaggia in cerca di un riparo. Ore 14:00 di un "tranquillo" pomeriggio caraibico sull'isola colombiana di San Andres, la vigilia di Natale. Fabrizio Pizio, bellinzonese, è lì con la famiglia per trascorrere alcuni giorni di vacanza.

Ma la pace che dovrebbe garantire questo posto da sogno che offre un mare conosciuto per i suoi sette colori, palme e sabbie bianchissime, viene rotta improvvisamente da una sparatoria che va in scena tra lettini, ombrelloni e chioschi a quell'ora gremiti dai turisti e che ha per protagonisti la polizia e alcuni uomini riconducibili ad alcune bande del posto.

«Eravamo al tavolo di un ristorante sulla spiaggia - racconta Pizio - quando si sono uditi i primi 5 o 6 colpi di pistola. Non capivamo cosa stesse accadendo. A un certo punto è arrivato di corsa un cameriere a dirci che dovevamo andare via perché non era sicuro continuare a stare lì. È mentre lasciavamo il locale che è scoppiato il finimondo: hanno ricominciato a sparare, quindici-venti colpi di arma da fuoco. Per ripararci dai proiettili ci siamo nascosti sotto le sdraio».

Sulla spiaggia di "Rocky Cay" si vivono minuti da Far West e nel fuggi-fuggi generale Fabrizio e la moglie riescono prima a trovare rifugio in un hotel vicino alla spiaggia e poi da lì fare ritorno «terrorizzati e increduli» nel loro aparthotel a bordo di un taxi che riesce a uscire dalla zona della sparatoria che aveva interessato anche alcune vie retrostanti.

Intanto, la pioggia di pallottole vaganti lasciava sul terreno due poliziotti feriti, uno dei quali in modo grave (in un primo momento si era diffusa la notizia, non confermata dalle autorità, che l'agente fosse rimasto ucciso).

L'episodio è solo l'ultimo di una serie di fatti che sta mettendo a dura prova la nomea di isola felice e soprattutto sicura di San Andres, luogo prescelto anche da un certo jet set internazionale. Sull'isola sembra che da qualche tempo abbia messo piede il pericoloso Clan del Golfo, uno dei più sanguinari cartelli del narcotraffico colombiano, con cui avrebbero stretto un patto alcuni membri del cartello messicano dei Jalisco Nueva Generation arrivati nella località caraibica.

Non mancano poi gli scontri tra bande di delinquenti locali, che sfociano spesso in delitti efferati (42 sono state quest'anno le persone uccise), come viene confermato anche dal turista ticinese.

«Il giorno prima hanno assassinato una persona a 15 metri dal nostro aparthotel», racconta il bellinzonese Pizio, «ma ogni giorno succede qualcosa e i turisti se non lo vivono personalmente non lo sanno. I residenti, i baristi, gli stessi tassisti invitano a stare chiusi in albergo e a non andare in giro specialmente in centro. Altra cosa che ci hanno raccontato le persone del posto: qui bloccano le notizie per non allarmare i turisti e tutte le recensioni danno l'isola come sicura. La stessa proprietaria del posto dove soggiornavamo smentiva l'alto grado di insicurezza che si vive sull'isola. Ma le cose non stanno così: San Andres è diventata pericolosa e ci sono omicidi giornalmente».

Il fatto che avrebbe dato origine alla sparatoria sulla playa di Rocky Cay sarebbe legato al fermo - operato da una sezione speciale della Polizia colombiana - di un giovane appartenente al gruppo criminale conosciuto come "Casa de Madeira El Rancho" e trovato in possesso di diversi proiettili, come riporta il quotidiano "El Colombiano".

Rimesso in libertà, sarebbe andato alla ricerca degli agenti che lo avevano arrestato «pretendendo delle scuse per il modo vigoroso con cui i poliziotti avevano agito durante la sua cattura» ha riferito il quotidiano locale. Il confronto è presto degenerato in uno scontro a fuoco.

«Abbiamo saputo che una sparatoria era avvenuta anche il giorno prima», riferisce Pizio, che ha lasciato in fretta e furia San Andres ««rinunciando ai restanti 6 giorni prenotati, pagandoci un nuovo volo e spostandoci nella zona cafetera».

Il livello di insicurezza che regna sull'isola - un tempo vero e proprio gioiello turistico di un Paese in molte sue zone martoriato da conflitti sociali e narcotraffico - è confermato dai dati che riguardano gli omicidi, cresciuti del 65% rispetto all'anno scorso; ma sono in aumento anche rapine, scippi ed estorsioni. Non proprio un luogo ideale per un buen retiro vacanziero.


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