Autorità parentale congiunta e Tutoria: riformare per non cambiare quasi niente!

Comitato Movimento Papageno e Roberto Flamminii, Educatore SUPSI
Berna: il Consiglio nazionale concede l’autorità parentale congiunta a tutti i genitori. Bellinzona: il Gran Consiglio ha votato una mini-rivoluzione nell’autorità tutoria cantonale (meno presidenti di CTR sparsi sul territorio ticinese, onere di lavoro almeno all’80%, nessuna sovrapposizione di cariche, nessun conflitto di interesse né concorrenza sleale, accorpamento dell’autorità di vigilanza al Tribunale d’Appello). Finalmente! Molti calici si saranno levati al cielo in segno di vittoria, di celebrazione, per quelle che solo di primo acchito potrebbero apparire come una serie di conquiste fondamentali. Non lo sono.
I cambiamenti attinenti alle CTR non scalfiranno assolutamente l’attuale prassi dell’autorità tutoria in fatto di separazioni e divorzi. L’autorità parentale congiunta è fumo negli occhi: senza un’autorità di controllo e di vigilanza non serve a nulla. Qualora il genitore affidatario prendesse decisioni o facesse delle scelte non urgenti inerenti al figlio senza chiedere il consenso all’altro genitore, di fronte al fatto compiuto cosa potrebbe fare il genitore non affidatario, il padre? Quand’anche la madre gli chiedesse il consenso e non lo ottenesse, non incorrerebbe in alcuna sanzione: può quindi candidamente continuare a fregarsene, come prima e più di prima! Autorità parentale congiunta non significa affatto affido paritetico condiviso e non vuol dire bigenitorialità: attiene alla sfera giuridico-legale e non a quella relazionale invece connessa ai bisogni psico-affettivi e sociali dei bambini. Di conseguenza i figli di genitori separati continueranno ad essere assegnati alla madre, la prassi giudiziaria imperterrita andrà avanti a sostenere che la perdita di contatti con un genitore, 9 volte su 10 il padre, sarà anche in futuro un accettabile dazio che il minore dovrà pagare alla separazione dei suoi genitori. E tutto questo a dispetto di numerose prove scientifiche che attestano la fondamentalità e i vantaggi di una concreta bigenitorialità, di un affido paritetico condiviso post-separazione. Tutto continuerà come prima: in Svizzera il tempo che - annualmente - il genitore “non affidatario” potrà trascorrere con la prole continuerà a non superare la media del 20%, con valori medi assai inferiori per i bambini sotto i 12 anni, fino a casi limite sotto l’1%.
Al di là di frasi fatte e luoghi comuni del tipo “è bello avere due genitori” oppure “i piccoli nomadi”, malgrado l’evidenza scientifica dei benefici apportati ai figli dalla bigenitorialità e del danno dimostrato della monogenitorialità e della nocività della prassi “standard” del tempo di coabitazione con un genitore escluso, tutto andrà avanti come prima di questi recentissimi cambiamenti giuridici. I danni provocati dall’attuale prassi giuridica elvetica e cantonale che impone ai figli la monogenitorialità, e che colpisce in analoga maniera la prole privata tanto della madre quanto del padre, imperverseranno sulle famiglie disgregate, ieri come oggi e ahinoi anche in futuro.
Noi tutti troviamo vergognoso che in una società come la nostra, che si pensa civile e democratica, ancora si debba lottare per questioni come l’autorità parentale congiunta, il riconoscimento cioè dell’autorità parentale al padre, quand’anche fosse separato o divorziato. Troviamo vergognoso che minime ed insignificanti, seppur necessarie, riforme delle CTR, invero, allontanano, o rischiano di farlo ed a tempo indefinito, le vere migliorative indispensabili riforme quali l’applicazione del modello multidisciplinare di Cochem o l’istituzione di un autentico Tribunale di famiglia, i quali non daranno forzatamente sufficienti garanzie sulla qualità dell’operato degli addetti ai lavori. Infatti, già esistono Preture che si occupano in modo preponderante o esclusivamente di diritto di famiglia, facenti capo a specialisti quali assistenti sociali, psicologi e psichiatri, i cui risultati poco brillanti purtroppo sono sotto gli occhi di tutti. Lo stesso vale per l’autorità tutoria. Due attualmente sono le Commissioni tutorie regionali in cui un’avvocata è impiegata a tempo pieno in qualità di presidente, per il 50% nella sede di Breganzona e l’altro 50% in quella di Pregassona. Tuttavia, dalle innumerevoli critiche rivolte dagli utenti all’operato di queste CTR, e da una recente cospicua richiesta di risarcimento danni, non si può certamente affermare che la qualità del lavoro svolto sia migliorata in maniera conseguente, anzi!
Chi porrà rimedio al basso, per non dire inesistente, livello di cultura giuridica sulla bigenitorialità dei giudici dei nostri tribunali e degli operatori dell’autorità tutoria e degli uffici delle famiglie e dei minorenni? Chi dei nostri politici abbraccerà la giusta causa per far comprendere ed accettare il concetto che i figli non possono perdere in una separazione uno dei due genitori, perché la bigenitorialità è un loro sacrosanto ed inalienabile diritto?
Nonostante queste novità, dunque, nella vita di tutti i giorni dei cittadini nulla cambierà. Tante madri affidatarie separate o divorziate potranno continuare, ed impunemente, ad impedire ai figli di relazionarsi con i loro padri. I giudici e gli operatori della futura autorità di protezione regionale proseguiranno ad autorizzare tanti madri a trasferirsi in altri Cantoni o all’estero portando con sé i figli, anche se l’altro genitore o i figli stessi vi si opporranno. Insomma, nessuna illusione: nulla di nuovo sotto il sole.




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