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LEANDRO DE ANGELIS

Sì a più redistribuzione, no all’iniziativa “per il futuro”

Leandro De Angelis, presidente Verdi Liberali Ticino
PVL
Sì a più redistribuzione, no all’iniziativa “per il futuro”
Leandro De Angelis, presidente Verdi Liberali Ticino

Il Ticino e la Svizzera hanno bisogno di più redistribuzione, ma l’Iniziativa “per il futuro” è frutto di un eccesso ideologico e, se passasse, causerebbe una diminuzione del gettito fiscale invece che un suo aumento.

L’iniziativa chiede che la Confederazione riscuota un’imposta sulle successioni (eredità) e le donazioni, e che i proventi vengano impiegati nella lotta al cambiamento climatico. Col principio potrei trovarmi d’accordo, peccato che l’iniziativa preveda delle aliquote assurde: i primi 50 milioni di una successione rimarrebbero esentasse, ma a partire da quella soglia si applicherebbe un’imposta del 50%. Una persona che eredita 200 milioni dovrebbe dunque pagare il 50% di 150 milioni, ossia 75 milioni di imposte. Sebbene io creda che lo spauracchio della fuga dei grandi contribuenti sia spesso esagerato, in questo caso ci credo.

In un periodo storico nel quale la società soffre, la popolazione invecchia e bisogna investire nella transizione energetica e nella sicurezza, serve più redistribuzione. La diseguaglianza sta aumentando, il capitale è sempre più concentrato (l’1% più ricco in Svizzera controlla ormai il 45,8% della ricchezza), e gli aumenti salariali per il ceto medio vengono sempre più spesso annientati dagli aumenti dei premi o da quelli degli affitti. Allo stesso tempo, la crescita enorme della produttività che si è registrata con la digitalizzazione e con l’IA è andata e sta andando a beneficio quasi esclusivo di chi detiene il capitale aziendale, non di chi impegna tempo e energia per sviluppare idee o lavorare per un salario. Ad esempio, una persona che a inizio 2023 avesse investito 10 milioni nelle azioni dell’indice Nasdaq, che comprende azioni di aziende attive nell’IT, oggi potrebbe venderle per circa il doppio: un profitto di 10 milioni o del 100% fatto in neppure tre anni, senza sforzo. A venir premiato è sempre più il fatto di avere denaro, non quello di avere spirito imprenditoriale o di dare il massimo sul posto di lavoro. E questo è un problema enorme per la società e per l’economia reale, che stanno bene quando c’è un ceto medio forte e convinto che rimboccarsi le maniche sul lavoro o fare impresa abbia senso. Una convinzione che, insieme alla mobilità sociale, si sta affievolendo.

Detto questo, con quest’iniziativa la GISO ha purtroppo puntato a galvanizzare la propria base anziché a proporre un testo sensato. Un’imposta che passa da 0 a 50% è punitiva e talmente alta da motivare molti ricchi a trasferirsi all’estero per non dover pagare un’imposta che, in molto casi, obbligherebbe i figli a dover liquidare o vendere parte dell’azienda di famiglia. Invece che aver più soldi per procedere verso una società a zero emissioni di CO2, ne avremo di meno.

Mi auguro che, dopo la sua bocciatura, quest’iniziativa abbia per lo meno il merito di innescare un dibattito del quale abbiamo urgente bisogno. Dopo decenni di sgravi fiscali per i redditi e i patrimoni più elevati, in Svizzera stiamo giungendo (in Ticino ci siamo già arrivati) a un punto di rottura nel quale o facciamo marcia indietro, o la pace sociale alla quale siamo tanto abituati salterà. L’aspetto positivo: abbiamo tutti gli strumenti per evitare che questo succeda.

Leandro De Angelis, presidente Verdi Liberali Ticino


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