Tassa di transito: Bruxelles s’inalbera

Lorenzo Quadri, Consigliere nazionale, Lega dei Ticinesi.
Lorenzo Quadri, Consigliere nazionale, Lega dei Ticinesi.
BELLINZONA - La tassa di transito per gli automobilisti stranieri che attraversano la Svizzera da confine a confine senza fermarsi, approvata in settembre all’unanimità dal Consiglio degli Stati, è arrivata fino a Bruxelles. A riportarlo è il TagesAnzeiger. E, come prevedibile, la semplice idea di far pagare chi usa le nostre strade senza lasciare un franco nel Paese ha irritato diversi europarlamentari.
Un paradosso: negli Stati membri dell’UE i pedaggi autostradali esistono da sempre, ma quando a introdurli vuole essere la Svizzera, ecco che scatta l’indignazione. Tuttavia Bruxelles non contesta un punto cruciale: la tassa non violerebbe formalmente gli accordi bilaterali. Curioso, se si pensa che per anni il Consiglio federale ha sostenuto esattamente il contrario.
Tra i più infastiditi, l’eurodeputato francese Christophe Grudler, responsabile dei rapporti con la Svizzera, che parla di una misura “divisiva” e arriva a minacciare ritorsioni unilaterali contro la Confederazione. Poi però ammette che, se si tratta di “vil denaro”, l’UE potrebbe discutere di un finanziamento europeo per i grandi progetti viari elvetici. E allora ben venga: perché non chiedere un contributo per il secondo traforo del Gottardo o per la gestione di AlpTransit? Se c’è disponibilità, tanto vale battere cassa.
Ma attenzione: il Consiglio nazionale voterà sulla tassa di transito solo nella primavera del 2026, e – in caso di approvazione - toccherà poi al Consiglio federale trasformarla in realtà. Ed è proprio qui che rischia di cascare l’asino. Non sarebbe la prima volta: basti ricordare la chiusura notturna dei valichi secondari, approvata ma mai applicata dal CF perché non piaceva all’Italia.
La tassa di transito è sgradita agli eurocrati e ai loro fidi alleati interni di sinistra, sempre pronti a inventare nuove imposte per gli automobilisti svizzeri, ma allergici all’idea di far pagare chi arriva da fuori. La tassa di transito è, in prima linea, un atto di sovranità. E questo è un motivo in più per concretizzarla quanto prima.





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