Peduzzi Domenico, consigliere comunale PLR, capogruppo in CC – Roveredo
Il 4 maggio 2024 fu inaugurata con entusiasmo e grande partecipazione la nuova pista ciclabile della Bassa Mesolcina: 6,6 chilometri di percorso dedicato alla mobilità lenta, lungo il suggestivo tracciato dell’ex Ferrovia Retica. L’opera, costata 4,6 milioni di franchi e finanziata in larga parte dal Cantone, era destinata a diventare un simbolo di sostenibilità e benessere per l’intera regione.
Eppure, dodici mesi dopo, il quadro è ben diverso. Tratti del percorso risultano tuttora incompleti: il segmento nel territorio di Grono al confine con la proprietà Laghi non è ancora asfaltato, mentre il previsto raccordo con la stazione FFS di Castione non è nemmeno stato avviato.
Ancora più preoccupante è il problema della pavimentazione nel tratto tra San Vittore e la Curva del Dazi a Lumino, dove gli aggregati luminescenti applicati come finitura si staccano dal fondo stradale in frammenti pericolosi, causando numerose forature alle biciclette. La problematica è stata più volte segnalata dal gruppo “Velo Rorè”, che ha anche fornito prove documentali e ottenuto una conferma ufficiale dei difetti in seguito a un sopralluogo congiunto del 10 gennaio 2025.
“È frustrante dover abbandonare una ciclabile pensata per la sicurezza e il piacere degli utenti, e ritrovarsi nuovamente sulla strada cantonale con tutti i rischi del caso”, commenta Peduzzi Domenico, consigliere comunale di Roveredo e capogruppo PLR, da sempre promotore della mobilità lenta. “L’infrastruttura è splendida, ma non può essere utilizzata pienamente, e ciò mina la credibilità del progetto agli occhi dei cittadini.”
La domanda sorge spontanea: è accettabile che a sei mesi dalle prime segnalazioni nulla sia stato fatto per rimuovere definitivamente gli aggregati difettosi? I ciclisti della regione attendono risposte concrete e, soprattutto, interventi rapidi.