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McLaren MP4-12C: alla ricerca della verità

Un nome complesso per un’auto della quale si è già parlato in lungo e in largo. Ora è il nostro turno, il momento della verità.
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McLaren MP4-12C: alla ricerca della verità
Un nome complesso per un’auto della quale si è già parlato in lungo e in largo. Ora è il nostro turno, il momento della verità.
UNA LUNGA STORIA - Sulla McLaren MP4-12C sono state scritte tante, tantissime parole. Ogni amante delle automobili o lettore delle riviste specializzate ne ha sentito parlare, e non importa che la rivista fosse britannica, giapponese o italiana,...

UNA LUNGA STORIA - Sulla McLaren MP4-12C sono state scritte tante, tantissime parole. Ogni amante delle automobili o lettore delle riviste specializzate ne ha sentito parlare, e non importa che la rivista fosse britannica, giapponese o italiana, poiché la sentenza è stata pressoché unanime da tutti gli angoli del globo. La nuova McLaren è un’automobile molto veloce, forse anche più di una Ferrari 458 Italia, la cui unica lacuna è data dalla sua stessa tecnica, talmente convogliata verso il raggiungimento delle prestazioni e l’efficacia totale a tal punto da rivelarsi meno eccitante della rivale italiana. Quando l’argomento sono le automobili scottanti come questa McLaren – e a maggior ragione se le opinioni sono così assolute – scopriamo di possedere la curiosità di un bambino che passa le giornate a prendere in mano tutti gli oggetti nelle sue vicinanze scoprendone il peso, valutandone la forma e la consistenza, per capire come sono fatti. Allo stesso modo anche noi dovevamo finalmente scoprire se i chilometri di lettere spese per questa nuova supercar avessero un fondo di verità. Dopo tutto non esiste nulla di più prezioso e insostituibile che l’esperienza diretta.

IL MOMENTO DELLA VERITÀ - Nel preciso momento in cui questa curiosità raggiunse il suo apice, ovvero al Salone di Ginevra durante il quale è stata presentata la P1, riceviamo una e-mail dalla McLaren: si tratta di una proposta per provare l’ultimo aggiornamento della MP4-12C. Proprio lei. La risposta non si è fatta attendere, e in un battibaleno ci siamo precipitati nel concessionario zurighese del marchio per prenderne in consegna un esemplare. Di primo mattino, ancora ricoperte da qualche goccia d’acqua e con i raggi di sole che quasi a stento riescono a penetrare le fitte nuvole della Svizzera tedesca, vengo colto da un’improvvisa timidezza. Le linee della McLaren sono semplici, sicuramente meno impetuose rispetto ad una Lamborghini, ma quell’insieme di proporzioni genuinamente da sportiva a motore centrale e finezze stilistiche adattate alle funzioni tecniche sono il motivo per il quale, contrariamente alla consuetudine, mi avvicino dandole del Lei. Il collega vodese, che nel frattempo si è già impossessato del posto di guida, accende il motore risvegliando gli animi in questa fredda giornata di metà aprile, le cui temperature sono vicine allo zero.  Il motorino d’avviamento opera un po’ più a lungo rispetto ai normali otto cilindri, e dopo una breve esplosione acustica questo si fa sentire ad un minimo tutto sommato regolare ma molto rauco, secco, e dal volume decisamente forte. Qualcosa di simile ad una Dodge Charger dei primi anni ’70 in chiave moderna.

CASA-UFFICIO - Salgo a bordo, chiudo con forza la portiera incernierata al montante, allaccio la cintura, e il collega inizia a guidare in direzione della Germania, seguendo un percorso composto da stradine secondarie che ci porteranno fino all’aeroporto di Tuttlingen, appositamente chiuso per l’occasione. Dopo qualche minuto trascorso nel più totale silenzio per familiarizzare con l’abitacolo, ancora non riesco a decidermi se questo sia minimalista o funzionale. Forse entrambi. Innegabile è che le sospensioni e il sedile siano inaspettatamente comodi, quasi da Porsche 911, nonostante il fondoschiena si trovi a ben pochi centimetri dall’asfalto e questa sia una delle sportive più veloci del pianeta. In presenza del primo viale ecco che scala una marcia, ed il V8 inizia a prendere giri. Spinge, non c’è che dire, e pur dalla sfavorevole posizione di passeggero sembra essere precisa, bilanciata, quasi amichevole quando lanciata tra la curve. A questo punto non ce la faccio più: devo mettermi alla guida!

AERODINAMICA ATTIVA - Ironia della sorte riesco a mettermi al volante proprio all’aeroporto di Tuttlingen, quindi significa che pur non avendola mai guidata ho poco tempo per approfittarne, perché questa sarà l’unica occasione per poterla spremere a dovere. Con il peso sulle spalle di chi deve far atterrare un aereo pur non sapendo come si tenga un mano una cloche, mi indirizzo verso la pista di lancio, metto la seconda e premo l’acceleratore fino a fondo corsa. L’otto cilindri prende giri, ma più lentamente di quanto mi aspetti. Nemmeno un istante per interrogarmi sul perché, ed ecco che l’ago tocca quota 3'000 giri al minuto e le due turbine si risvegliano dietro le orecchie. Ci siamo: improvvisamente ci si ritrova catapultati in avanti avvolti da un abbraccio gravitazionale – quello dei sedili – estremamente affettuoso. Non si riesce a pronunciare parola o ad esclamare alcunché che già si deve inserire il prossimo rapporto del cambio a doppia frizione tramite le palette posizionate dietro le razze del volante. Terza, quarta, quinta. Ad ogni sfiorata del limitatore il propulsore urla come fosse un aspirato alla ricerca dell’ultimo centinaio di giri per raggiungere la potenza massima. Un suono tanto coinvolgente per un sovralimentato da essere quasi difficile da descrivere. Sarà la pista di decollo unita alle prestazioni (0-200 km/h in 8 secondi) e alla strumentazione quasi aeronautica, ma sul filo dei 250 orari sembra quasi di poter decollare. Quello che invece devo fare è affondare il piede destro sul pedale del freno per usare quel poco di asfalto che resta davanti a me per frenare. Ne basta molto meno di quello che credo, e una volta fatta l’abitudine è quasi divertente vedere come l’alettone posteriore si alzi quasi verticalmente coprendo la visuale dello specchietto posteriore. Non c’è alcun dubbio: quest’auto sembra studiata in ogni dettaglio per andare veloce.

TEMPO INGLESE - Il diluvio che nel frattempo ci ha raggiunto è come il passaggio ad un livello più difficile di un videogioco; in questo caso il tracciato d’agilità allestito a margine della pista non sarà altrettanto facile, ma sicuramente più gratificante. Non sbagliavo. Dirigere la MP4-12C da una curva all’altra è come tagliare gli ortaggi con un bel coltello affilato: veloce, preciso e inaspettatamente facile. Inizia a dare il meglio di se una volta superati i 100 km/h, specie nelle curve veloci e nei repentini cambi di direzione. Lo sterzo è forse un po’ leggero per il tipo di automobile, ma talmente preciso che unicamente tramite questo comando si ha la sensazione di governare l’intera fisica e avere il totale controllo su tutto il perimetro dell’automobile. Più ci prendete gusto e più noterete quanto sia accuratamente bilanciata e soprattutto di quanta motricità dispongono le ruote posteriori. La pioggia ovviamente complica le cose e il limite si raggiunge prima di quanto si pensi. L’esuberanza del propulsore inevitabilmente di tanto in tanto si riflette in un improvviso sovrasterzo, correggibile solo da chi ha riflessi veloci come i processori che gestiscono i controlli elettronici, i quali hanno tutte le caratteristiche di una buona guardia del copro: affidabile, mai invasiva, capace di intervenire come serve e solo quando realmente serve.

PERFEZIONE CHIRURGICA - Non direi che la McLaren sia poi un’auto così noiosa, tale è il coinvolgimento durante questo impegnativo percorso. Sicuramente è la supercar con la quale ci si avvicina al limite più facilmente e più velocemente rispetto a qualsiasi altra sportiva a motore centrale. Ad un guidatore capace non occorrerà troppo tempo per porsi, mentre si destreggia con volante e pedali, le seguenti domande: “Ma basterà frenare li? Riuscirò davvero ad inserirmi in quella curva così velocemente?  Potrò accelerare già adesso?” E la risposta sarà sempre si. Inoltre questa MP4-12C è forse uno tra i pochi esemplari della sua specie con i quali non è necessario spingersi nelle vicinanze dei suoi limiti per poter trarre qualche soddisfazione. Basta una strada di campagna aperta, da terza o quarta, per trottare tra una curva a destra e una sinistra anche solo attorno a 3’500-4'000 giri al minuto senza avere in qualche modo il timore di non sfruttarla a dovere. Nel mondo reale, la MP4-12C, funziona meglio di qualunque altra. E questo basta per dirmi che non sono mai stato un amante delle auto perfette, tranne in questo caso.

 

ModelloMcLaren MP4-12C
VersioneCoupé
Motore8 cilvindri a V, benzina, biturbo
Cilindrata3'799 cc
Potenza625 cv @ 7'500 giri/min.
Coppia600 Nm @ 3'000 - 7'000 giri/min.
TrasmissioneCambio doppia frizione a sette rapporti, trazione posteriore
Massa a vuoto1'336 kg
Accelerazione 0-100 km/h3,1 secondi (dichiarato)
Velocità massima333 km/h (dichiarato)
Consumo medio11,7 L/100 km (dichiarato)
Prezzo270'000 CHF
Prezzo vettura provata363'490 CHF
  
CI PIACELa si può sfruttare in ogni contesto
NON CI PIACEViene presa poco sul serio

 

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