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L'Oops, un caso che va oltre la vertenza legale

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L'Oops, un caso che va oltre la vertenza legale
LUGANO - Si è tenuta mercoledì pomeriggio, davanti al pretore di Lugano Claudia Canonica Minesso, la prima udienza riguardante la vertenza tra il proprietario dello stabile (rappresentato dall'avvocato Gianmaria Mosca) in cui &egra...

LUGANO - Si è tenuta mercoledì pomeriggio, davanti al pretore di Lugano Claudia Canonica Minesso, la prima udienza riguardante la vertenza tra il proprietario dello stabile (rappresentato dall'avvocato Gianmaria Mosca) in cui è ubicato il bar Oops e il gerente del locale, Araldo Ravetta, patrocinato dall'avvocato Rupen Nacaroglu. Motivo della causa sono i presunti disturbi al vicinato che hanno spinto il proprietario dello stabile a intimare uno sfratto esecutivo, una disdetta del contratto di locazione, respinta dal gestore Araldo Ravetta.

Nel corso dell'incontro, come scrive oggi il CdT, sono state notificate le prove, contenute in un fascicolo consegnate al giudice. Una battaglia legale che si prospetta lunga e che tiene con il fiato sospeso Araldo Ravetta e i suoi collaboratori. Nei prossimi mesi ci saranno anche audizioni testimoniali.

L'Oops, da 7 anni punto di ritrovo "alternativo" -
Il bar, a 7 anni dalla sua apertura, rischia ora la chiusura. Ubicato a due passi dall'Università, nel giro di pochi anni ha saputo conquistarsi una certa notorietà a Lugano. Un locale senza pretese, con musica per tutti i gusti, dai pionieri della elettronica Kraftwerk, al grunge americano dei Pearl Jam. Frequentato da studenti universitari, ma non solo. Un punto di ritrovo, dall'avvocato all'analista finanziario, dal disoccupato all'operaio precario. Tanti i giovani che il weekend affollano un bar di successo, aperto a tutti. Tanti coloro che preferiscono fermarsi durante l'ora dell'aperitivo a leggersi i quotidiani ticinesi, o a dare una sfogliatina al Manifesto o a La Repubblica.

Critici e sostenitori -
Il caso, ormai diventato di valenza cantonale, ha spaccato in due l'opinione pubblica: i critici, che accusano il bar di avere attirato nella zona tossicodipendenti e creato degrado, e i fan, che respingono le accuse e vedono nell'Oops uno dei pochi punti di ritrovo alternativi rimasti in una Lugano da loro considerata troppo bacchettona.

I sostenitori su facebook -
Su facebook, social network conosciuto a livello mondiale, i sostenitori del locale hanno aperto un loro spazio chiamato "Quelli del bar Oops." Oltre il migliaio le adesioni.

Lugano e gli spazi aggregativi -
Un caso, quello dell'Oops, che riapre la questione degli spazi aggregativi in una Lugano che è diventata città universitaria e che vive tutte le contraddizioni di un centro urbano sempre più a vocazione internazionale. C'è chi sussurra che l'Oops sia la prossima vittima di un disegno che vuole la riqualifica della zona e quindi della rivalorizzazione locativa, che è cominciata con la ristrutturazione del Palazzo Fabbroni, dove si è inserito l'outlet Balmelli, specializzato nella vendita di articoli sportivi.
 

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