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WILSON SARMENTO

Quando la violenza sfocia in tragedia: «Il problema non è il pugilato»

Wilson Sarmento, Presidente della Federazione Pugilistica Ticinese, presidente del Fight Gym Boxing Lugano e membro del Consiglio di SwissBoxing.
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Wilson Sarmento
Quando la violenza sfocia in tragedia: «Il problema non è il pugilato»
Wilson Sarmento, Presidente della Federazione Pugilistica Ticinese, presidente del Fight Gym Boxing Lugano e membro del Consiglio di SwissBoxing.

In questi giorni, alcuni articoli della stampa scritta hanno riportato l’attenzione su un fatto drammatico: un giovane che, durante una lite notturna e sotto l’effetto di alcol o droghe, ha sferrato un pugno con conseguenze gravissime. Il suo passato da pugile e allenatore è stato subito posto in evidenza. Ed è proprio su questo punto che occorre fare chiarezza.

Come presidente della Federazione Pugilistica Ticinese, nata per promuovere etica, rispetto e disciplina, sento il dovere di affermare con forza: il pugilato non è causa della violenza, anzi, spesso è l’unica via per prevenirla e incanalarla positivamente.

Il vero problema non è lo sport, ma il contesto in cui avviene la violenza: abuso di sostanze, fragilità personali, dinamiche sociali tossiche. È troppo facile puntare il dito contro lo sport da combattimento quando i veri fattori scatenanti – alcol, droghe, diseducazione emotiva – restano nell’ombra.

Un pugile che si allena in una palestra seria impara il controllo, la disciplina, la responsabilità. Il pugno di un atleta formato è qualcosa che viene insegnato a non usare mai fuori dal ring. Ma se una persona abusa di sostanze, perde il controllo come chiunque altro – che sia pugile, automobilista, medico o avvocato.

È per questo che abbiamo fondato la Federazione Pugilistica Ticinese: per fare chiarezza, creare trasparenza, certificare i club e formare allenatori che siano educatori, non solo tecnici. Vogliamo contrastare chi agisce fuori dalle regole, perché mette a rischio l’immagine dello sport e la sicurezza di tutti.

Serve smettere di strumentalizzare lo sport per coprire problemi ben più profondi. Serve, invece, fermarsi a riflettere: sulla solitudine di tanti giovani, sulla pressione sociale, sull’assenza di punti di riferimento, sull’uso incontrollato di sostanze.

Il pugilato non è il problema. Il pugilato è parte della soluzione.

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