Si scrive “eteropessimismo” si pronuncia: «Io degli uomini non ne voglio più sapere»

Se fra Venere e Marte la comunicazione non è mai stata semplice con l'avvento delle nuove tecnologie ha reso tutto (ancora) più complicato. E c'è chi alle relazioni rinuncia, per sempre.
Se avete un'amica eterosessuale che si dichiara delusa dagli uomini con cui esce, e che ha perso la speranza di poter incontrare un compagno di cui fidarsi è possibile che sia afflitta dall'eterofatalismo, ossia quella condizione che riguarda un numero crescente di giovani donne eterosessuali e single che si dicono deluse dal genere maschile, ma che continuano a persistere nella ricerca del compagno ideale pur nella consapevolezza di andare incontro a una grossa delusione.
Si tratta di una visione fatalista dei rapporti intercorrenti tra uomini e donne che vede queste ultime inseguire il mito dell'Amore, anche per un forte condizionamento sociale, pur sapendo di trovare uomini poco propensi a impegnarsi, e uomini stanchi di sentirsi giudicati.
L'eterofatalismo, in questo senso, è la fase intermedia di una condizione che può sfociare nell'eteropessimismo, ossia quella condizione che porta all'individuazione dei problemi posti alla base della mancata relazione e che spinge le donne a comportarsi in maniera cinica e disillusa nei confronti del genere maschile, arrivando anche a rinunciare a una propria vita amorosa.
DepositUn fallimento inevitabile, colpa del patriarcato
Il termine è stato coniato nel 2019 da Asa Seresin, ricercatrice in Psicoanalisi e Studi di Genere all'Università della Pennsylvania, per descrivere l'atteggiamento di “disperazione romantica” che molte donne, ma anche diversi uomini, percepiscono nei confronti di una relazione eterosessuale, sentita come insoddisfacente perché intrappolata nelle maglie del patriarcato, e quindi destinata al fallimento.
Il termine poi è stato ripreso la scorsa estate, nel suo articolo per il New York Times “The Trouble With Wanting Men” (i problemi nel volere un uomo, ndr.) dalla giornalista Jean Garnett che ritiene sia utile «dare un nome alla pillola amara prima di costringerci ad ingoiarla e sfoggiare un sorriso spensierato» per descrivere «il familiare schema 'richiesta femminile-ritiro maschile'».
Una coreografia, quasi stereotipata, che vede un uomo ed una donna eterosessuali incontrarsi ed uscire insieme, senza che le richieste di un maggiore coinvolgimento fisico ed emotivo di quest'ultima trovi mai soddisfazione.
Per la Garnett, «ciò che l'eterofatalismo riflette è la persistente mancanza di fiducia nel fatto che coloro che desideriamo siano in grado di riconoscerci come esseri umani in modo proporzionato», e si chiede se «temendo ciò che ci aspettiamo e aspettandoci ciò che temiamo non si evochi la vecchia storia della donna che arriva e l'uomo che si ritira», come se fosse quindi lo stesso fatalismo a condizionare la vita delle donne che poi tornano a lamentarsi dei propri fallimenti sentimentali condizionati proprio dall'atteggiamento fatalista iniziale.
DepositUn cane, anzi due, che si mordono la coda
Il senso di insoddisfazione, infatti, può essere una strada a doppio senso, avvertito sia dalla donna che dall'uomo che, sentendosi giudicato, erige dei muri di incomunicabilità difficilmente superabili.
Rimane il fatto che per la Garnett, il maschio desiderabile, perché corretto e rispettoso, si rivela comunque «eternamente indeciso, e si barcamena in una serie infinita di mancate telefonate o appuntamenti saltati, rendendo la relazione di coppia una eterna utopia».
Di diverso avviso è invece la scrittrice e studiosa di genere Sara Ahmed che ha avanzato l'idea che l'eterofatalismo, e quindi la lamentela femminile possa essere «una forma di resistenza», un modo per opporsi a ciò che rende infelice le donne e le condiziona socialmente. I motivi per cui il sesso femminile si sente sempre più vittima di questo stato d'animo possono essere molteplici e, come detto, hanno le proprie radici in una serie di condizionamenti culturali che ancora affliggono la condizione femminile.
DepositLa donna vista come una Dea dell'amore
Le donne, ad esempio, sono da sempre investite del ruolo di 'nutrici dell'Amore', ossia di coloro che curano maggiormente la parte emozionale e sentimentale del rapporto amoroso, sentendosi in questo modo gravate da un maggior carico di aspettative. Sopravvivono inoltre, come precedentemente detto, una serie di cliché che vogliono la donna realizzata nella propria sfera personale come moglie e madre, e di conseguenza portate a vivere con maggiore ansia la ricerca di un partner.
I retaggi culturali del passato agiscono fortemente nella psiche delle persone, pur calate in un ambiente moderno, e succede quindi che le donne continuino ad inseguire un modello di virilità forte e decisa, la quale è essa stessa un ideale che si scontra con la realtà di persone che hanno tutti le stesse fragilità e debolezze, donne o uomini che siano.
DepositIl dating via app, e il romanticismo che si fa usa-e-getta
Della crisi del maschio si parla da oltre trent'anni e, di volta in volta, sono stati chiamati in causa internet, il porno facilmente reperibile, il dating che ha privato l'incontro tra sessi di una certa aurea di attesa e romanticismo. In un'epoca in cui tutto sembra a portata di mano ed usa-e-getta, le relazioni romantiche hanno subito un contraccolpo che sembra averle private della loro reale essenza.
Il controverso articolo della Garnett ha dato vita a delle accese discussioni su quanto fosse lecito per le donne continuarsi a lamentare senza voler effettivamente modificare il proprio modo di porsi nei confronti dell'altro o se, al contrario, si fosse centrato il vero motivo che spinge percentuali sempre più alte di donne abbandonare le app di dating e a guardare con un senso di rassegnazione al mondo maschile.
La difficoltà nell'inquadrare questo nuovo fenomeno consiste nel fatto che si parla di uomini che non hanno nulla del maschilista tossico ma che vanno comunque tenuti a distanza. Si tratta di uomini educati e formalmente disposti ad avviare una relazione con una donna ma che, davanti alle richieste di una maggiore «comunicatività emotiva» si dileguano istantaneamente.
Ciò costringe le donne a ciò che la filosofa Ellie Anderson chiama «lavoro ermeneutico», cioè un sofisticato e impegnativo lavoro di interpretazione dei messaggi criptici lasciati dal partner di turno, rendendole deluse dai rapporti di coppia eterosessuali.
DepositUna condizione non solo Occidentale
A prescindere da come la si pensi in merito il tema dell'eterofatalismo e dell'eteropessimismo, nella sua accezione più dura, tiene banco a livello globale, essendo una condizione condivisa da donne che abitano paesi molto diversi tra loro.
Se la Garnett, ad esempio, ha parlato della sua esperienza di giovane donna emancipata statunitense, il TagesAnzeiger ha invece raccontato della sua manifestazione in Cina, dove molte ragazze, che tradizionalmente sarebbero considerate 'da marito', preferiscono uscire con altre ragazze travestite da personaggi maschili dei propri videogiochi preferiti.
La ventenne Zhangzhang agli uomini ha preferito l'attrice Coco che si traveste dietro compenso da Gu Shiye, un personaggio dei videogiochi all'apparenza freddo ed imperscrutabile ma capace, all'occorrenza, di grandi gesti d'affetto. Le due passeggiano per strada come una normale coppia di fidanzati, mangiano in qualche locale o guardano i negozi nel centro commerciale prese per mano.
«So che è una recita» afferma Zhangzhang che però continua a preferire questa messa in scena ad una relazione reale con un ragazzo. Come raccontato dal quotidiano svizzero, la ventenne gioca da oltre tre anni a “Worlds Beyond”, un gioco romantico nel quale si simulano delle conversazioni romantiche che danno a milioni di giocatrici cinesi l'idea di una vera e propria relazione amorosa.
Gli uomini virtuali si comportano da perfetti fidanzati, rispondendo ai messaggi ed inviando affettuosi vocali e, ad ogni clic, sembrano sempre più reali. Come scritto sul Tages Anzeiger «la reputazione degli uomini cinesi è pessima e le donne li considerano trasandati e disinteressati. Allo stesso tempo, questi ultimi si sentono ingiustamente giudicati e sfogano la propria rabbia sul web, lamentandosi di donne troppo esigenti e viziate», trasportando l'incomprensione fra Marte e Venere nella blogosfera.
Appendice 1
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