Le piazze natalizie gremite fanno piangere i ristoranti periferici

Avvento ancora complicato per diversi esercizi pubblici. Massimo Suter, presidente di Gastro Ticino: «Sono cambiate le abitudini della gente. E noi dobbiamo adeguarci».
Avvento ancora complicato per diversi esercizi pubblici. Massimo Suter, presidente di Gastro Ticino: «Sono cambiate le abitudini della gente. E noi dobbiamo adeguarci».
LUGANO - È un Avvento che sorride ai ristoranti ticinesi situati nei centri urbani. Decisamente meno a quelli di periferia. Il trend, di cui già si era parlato lo scorso anno, ancora una volta è evidenziato da Massimo Suter, presidente di Gastro Ticino. «La ristorazione lontana dai centri arranca. Me lo riferiscono da più parti».
Si è dato una spiegazione sulle ragioni del fenomeno?
«C'è un cambio di abitudine della gente. Prima di tutto le cene aziendali pre natalizie si stanno sempre più trasformando in aperitivi che si svolgono in luoghi ben precisi. Le piazze».
Ecco, parliamone.
«Le principali località della Svizzera italiana hanno praticamente tutte la loro piazza con la pista di ghiaccio, con la musica, con un'infinità di casette che propongono enogastronomia di qualità. Si va lì. Si fa il brindisi. E poi o si va a mangiare in un ristorante vicino, vale a dire in centro, oppure "liberi tutti"».
Ristoranti ticinesi di periferia vittime delle piazze natalizie dunque?
«Non vogliamo demonizzare le piazze natalizie. Ci mancherebbe. Rappresentano una bella opportunità di aggregazione e di socializzazione. Però non possiamo fingere che non esista questa nuova maniera di vivere le festività natalizie e a cavallo del Capodanno».
Vi sentite spiazzati?
«Un po' sì. Nel senso che le abitudini della gente sono cambiate in pochi anni. Non eravamo pronti a questo boom. D'altra parte è inutile piangere. Se il cliente desidera questo, dobbiamo adeguarci. Si aprono nuove riflessioni: magari sono i ristoranti che devono andare incontro alle nuove abitudini della popolazione, portando dei food truck nelle piazze in questi periodi. Perché no?»
Ecco. Perché no?
«Infatti. Occorre essere dinamici. Di certo non possiamo permetterci di stare alla finestra a guardare. Il nostro è un settore resiliente e in cui bisogna avere sempre idee nuove. Sappiamo che la moda delle piazze disperde la clientela della periferia e quindi dovremo trovare delle soluzioni costruttive».
Guardando più avanti nel tempo, come stanno andando le prenotazioni in vista del Natale e di Capodanno nei vari ristoranti ticinesi?
«Non in modo eccezionale al momento. Bene in alcuni casi, un po' al rilento in altri. Dipende molto dalla posizione in cui si trova il locale e dal tipo di clientela con cui ha a che fare. Chi lavora col turismo ad esempio attende di capire che flusso ci sarà durante le feste. Anche in questo caso il fenomeno delle piazze ha un peso».




