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L'OSPITELa riapertura degli ospedali delle anime può aspettare

27.04.20 - 12:00
Un semplice cittadino qualunque, che non ha voce ma è molto preoccupato
Ti Press
La riapertura degli ospedali delle anime può aspettare
Un semplice cittadino qualunque, che non ha voce ma è molto preoccupato

Scusate; ma non ne posso proprio più; mi sento obbligato ad essere portavoce di tantissime persone che come me stanno soffrendo per la situazione attuale.

Nel quasi totale silenzio del Papa, dei vescovi, dei parroci e dei politici che si dichiarano cattolici, assumendosi la responsabilità grave di non far nulla per arginare il crudele atto di persecuzione contro i cristiani pur sapendo che senza sacramenti si muore. Si pianificano le “fasi 2 e 3” dimenticando le chiese sbarrate da insensati regolamenti.

Probabilmente vi siete dimenticati di tante anime che sono a digiuno della Messa e dei sacramenti, causando una sofferenza molto forte per i cattolici, ancora maggiore di quella venutasi a creare per il C.19. A nessuno, in ambito religioso o governativo, pare importare di quella esigua fascia della popolazione, privata non del SUPERFUO, ma dell’ESSENZIALE: quello che ai più pare un insieme di sorpassati rituali quali battesimi, confessioni e comunioni, solennità pasquali, per i credenti è il senso stesso della vita.

 Si cercano ingegnosi stratagemmi per evitare giustamente i contagi ma per le chiese non si auspicano né si studiano ripartenze, anzi! Di decreto in decreto si allontana sempre più il tempo di una normalizzazione del culto. Questa è proprio una VERGOGNA. Se qualche sacerdote, con tanto zelo, rispettando le regole sanitarie, si permette di concedere almeno la Santissima Eucarestia a qualche fedele (vi assicuro che il digiuno spirituale fa più male che il digiuno alimentare) viene ammonito come se fosse un delinquente!

«I cristiani continuino pure a godersi le Messe in tv, ripiegare sulla comunione spirituale, avere l’assoluzione generale del Papa…», sembrano dire i più, ritenendo che questo non sia assolutamente un problema: ma questo non è il cristianesimo!

A che servono la confessione, la Messa? Sì, sì: teniamo ben chiuse queste chiese, chissà che non ci abituino così alla pratica religiosa privata, nascosta.

In tempi in cui ovunque si favoleggia sull’ipotesi di terrorismo batteriologico in merito al Covid-19 è lecito pensare che tutto questo sia stato ideato anche per distruggere la Chiesa Cattolica?... Chissà…

Quello che non arriva mai alle testate giornalistiche e nei talk show è l’esigenza spirituale dell’uomo!

E voi politici sempre pronti a difendere i valori primari dei cittadini, non stancateci più con le vostre battaglie in difesa della spiritualità dei vostri elettori… Arriverà il tempo delle votazioni…e allora…

Già molti pastori mercenari hanno abbandonato il gregge a loro affidato, per paura o per sottomissione: addirittura l’acqua benedetta nella notte di Pasqua non è stata preparata (non sto parlando di quella che si mette nell’acquasantiera, ma di quella che ogni fedele può attingere e portare a casa) «perché potrebbe essere occasione di contagio». Ma questi preti a chi credono, a Gesù Cristo o al virologo che impazza in tv? L’acqua benedetta è un sacramentale e tutt’al più potrebbe guarire non ammalare.

Ed ecco il Papa pronto a distribuire indulgenze plenarie e ad assolvere prontamente per via etere il bravo fedele che «si confessa direttamente con Dio». Questo accadeva durante gli eventi bellici: peccato che ai soldati in trincea fosse garantita la presenza di un cappellano e a noi del C-19 neanche quello!

Onore a qualche sacerdote che gira per le strade vuote, armato di ostensorio col Santissimo Sacramento a benedire.

«È ormai tempo di svegliarvi dal sonno» recita il testo paolino, più che mai attuale.

Uniamoci e cominciamo tutti a chiedere insistentemente la celebrazione della Messa magari contingentata rispettando tutte le regole. Se per il celebrante è un problema distribuire la Comunione per paura del contagio, può sempre mettersi i guanti e i fedeli disporsi in modo tale da rispettare le norme sanitarie, rimanendo tutti in totale sicurezza.

Ci accontenteremo che si equiparassero le chiese alle farmacie o a supermercati ecc… ovvero ai SERVIZI DI PRIMA NECESSITÀ e di PUBBLICA UTILITÀ.

Ma cessi di fatto questa disparità di trattamento, non vi pare?

Ma forse per qualcuno è più comodo e opportuno che i cristiani se ne restino a casa.
 

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