La Svizzera delle disuguaglianze: top manager più ricchi, dipendenti sempre più poveri

Salari fermi per la maggioranza, ma retribuzioni record ai vertici. Crescono le tensioni sociali.
BERNA - Un’ondata di licenziamenti segue l'altra, la disoccupazione aumenta e le offerte di lavoro diminuiscono costantemente. Per i grandi top manager — cioè quella fascia di persone che rientra nell’1 per cento più ricco — il quadro resta però sereno: i loro stipendi continuano a crescere vertiginosamente.
È quanto emerge da una nuova analisi dell’indagine sulla struttura salariale condotta dall’Unione Sindacale Svizzera (USS). «Ai vertici si registra un forte aumento, mentre l’attuale evoluzione salariale in Svizzera è debole per quanto concerne gli stipendi medi», afferma l’economista dell’USS David Gallusser.
Il potere dei grandi percettori di reddito - Secondo Gallusser, la stagnazione dei salari è dovuta al fatto che datori di lavoro e manager sono diventati più rigidi nelle trattative salariali. «Sono meno disposti al compromesso. Alcuni datori di lavoro non hanno neppure concesso l’adeguamento al rincaro», spiega.
Il fatto che i salari dei grandi percettori di reddito siano comunque aumentati è legato alla loro posizione di potere all’interno delle aziende. «Questa posizione dominante consente loro di influenzare direttamente stipendi e bonus e di ottenere aumenti anche quando la maggioranza dei dipendenti resta a mani vuote», sottolinea Gallusser.
«È una mancanza di rispetto» -Quando i salari più bassi e quelli medi non crescono più, una larga parte della popolazione può permettersi sempre meno. «In definitiva, questa situazione è ingiusta ed è segno di una mancanza di rispetto nei confronti di chi, con il proprio lavoro quotidiano, manda avanti il Paese», afferma Gallusser. «Se gli stipendi della classe media stagnano, ne risentono anche i consumi e, di conseguenza, lo sviluppo economico complessivo».
Per molti, il malcontento è destinato ad aumentare ulteriormente vedendo che i grandi percettori di reddito continuano ad accrescere i propri guadagni mentre le aziende distribuiscono gli utili. «Si tratta di una questione politicamente esplosiva», avverte Gallusser.
«L’economia non è un gioco a somma zero» - Di tutt’altro avviso, invece, è Stefan Heini, membro dell'Unione svizzera degli imprenditori. «Non è vero che gli stipendi elevati crescono a scapito di quelli più bassi. I salari più alti non sottraggono nulla a quelli più bassi. L’economia non è un gioco a somma zero», afferma Heini.




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